Aforismi/43

21 marzo 2024

“Il lutto dobbiamo considerarlo un bene. Perché viene a dirci che abbiamo amato”.

Steven Price

Rombo di Tuono

22 gennaio 2024

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Storie di ordinaria disoccupazione – 2

2 novembre 2023
Un amico una volta mi mandò una mail con scritto questo:

«L’ingiustizia divina è forse quella per cui ogni mattina mi alzo titubante e svogliato e mi dirigo al bagno pronunciando sempre le solite parole: “Non voglio lavorare“; mentre alla stessa ora, in un altro bagno, in un’altra casa, qualcuno si alza e demotivato e deluso dice: “Voglio trovare un lavoro, non ne posso più”».

«Dai più verrei considerato io un fortunato – sapete, il tempo, il contesto, la crisi – e non posso che condividere. Ma verrei considerato anche come un antipatico, ingrato, che non sa gioire delle sue fortune, una sorta di mangiapane a tradimento».

«Ma fate solo lavorare, che so – un annetto – l’altro anonimo lamentoso e vedrete che il mio lamento diverrà il suo».

«Ergo ne deduco che il lavoro è quella cosa con la quale e senza la quale tutto va molto male».

 
La cosa incredibile di questo ragionamento è che è indubitabilmente vero. 
Il tempo mette sempre tutto in prospettiva, per cui anche periodi brutti, rivisti ad anni di distanza, sembrano meno brutti. Per una sorta di spirito di autopreservazione, l’essere umano tende in modo naturale a ricordarsi maggiormente dei momenti belli.
 
Io, per esempio, adesso lavoro. Non è un lavoro che mi piace molto, anzi. Forse per questo ultimamente ripenso spesso a quando ero disoccupato e anche a quando facevo un lavoro che mi piaceva molto ma con cui guadagnavo ben poco.
 
Viene naturale fare certi ragionamenti.
Non è divertente avere problemi economici ogni santo mese. Razionare gli acquisti, fare la spesa per la settimana con i soldi contati, calcolare ogni centesimo pensando a cosa comprare e a cosa rinunciare. Prendo la pasta o il riso? Compro la pancetta per la carbonara oppure il formaggio? Quante verdure ci escono questa settimana?

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Storie di ordinaria disoccupazione

13 settembre 2023

job

Quando ero un giovane neolaureato o, come sarebbe più corretto dire, un giovane disoccupato mandavo offerte di lavoro a valanga. Difficile forse a credersi per la generazione Z, all’epoca si compravano dei giornali di carta per cercare lavoro.

Mandai una volta il CV a un’azienda (di cui non farò il nome) che vendeva mobili e mi mandarono a un corso di due giorni che si svolgeva in un hotel sul mare.

Il lavoro era quello del classico venditore a sistema piramidale: avrei venduto mobili (tramite contatti, amici, porta a porta) facendomi il culo e guadagnato una percentuale dalla vendita. Più mi sarei fatto il culo, più avrei guadagnato. Superata una certa soglia di vendite, avrei potuto scalare un gradino nella gerarchia e arruolare qualcuno sotto di me che si facesse il culo al posto mio, e guadagnare percentuali maggiori. Se avessi reclutato buoni venditori che si fossero fatti il culo al posto mio, a loro volta loro avrebbero potuto scalare un gradino nella gerarchia (e di conseguenza farlo scalare anche a me) e arruolare altri schiavi che si sarebbero fatti il culo e fatto guadagnare ancora più soldi sia a me che ai miei venditori. E così via.

Ero giovane e innocente. Ma non così giovane e innocente da non capire che questo sistema di vendita fosse una puttanata e alla lunga non sostenibile.

Tutta la due giorni di corso era impostata per impressionare noi giovani schiavi e venderci il sistema di impresa mostrandoci tutta la fuffa possibile immaginabile e farci sognare un futuro da ricchi business men. A cominciare dal posto scelto per il corso: un bell’hotel sul mare di una cittadina della riviera adriatica.

Ma non solo questo: tutte le scene a cui ho assistito erano attentamente studiate per fare effetto su dei giovani inesperti alla ricerca di un lavoro (e fregarli).

Per esempio.

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“L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera

13 luglio 2023

Se chiedi a chiunque la trama, nessuno se la ricorda. Se chiedi di Kundera, ti risponderà: l’insostenibile leggerezza dell’essere. Sei colto, tra quelli che Dwight Macdonald chiamava Midcult, cioè quella narrativa che si finge letteratura alta ma è non è neppure bassa (Masscult, che ha una sua dignità), è una via di mezzo per far credere colto chi non lo è, il Premio Strega insomma.

Standing ovation per Massimiliano Parente

L’organista di strada dimenticato

12 marzo 2023

giulio dragoni

Sono stato al museo della Polizia di Stoccolma e ci ho trovato un nostro connazionale.

Ci sono le foto e le storie di alcune persone arrestate 100 e più anni fa. L’esposizione serve a far vedere come lavorava la polizia una volta e come catalogava i criminali.

La persona fu registrata nel 1907 come “Giuglio Dragoni”, nato a Milano nel 1882 e residente a “Boccolo Piazeusa”. La piccola didascalia della foto dice solo che fu arrestato per vagabondaggio e che gli mancavano entrambe le mani. Secondo la descrizione, si guadagnava da vivere come suonatore di organetto da strada (organo a rullo).

Siccome io mi fisso un po’ con queste cose, ho fatto delle veloci ricerche su Google per vedere se esistono altre tracce dell’esistenza di questo nostro connazionale che è involontariamente passato alla storia.

Non ce ne sono, se non questa che proviene della stessa polizia svedese.

Ho capito tuttavia alcune cose. Intanto “Giuglio” si chiamava probabilmene Giulio Dragoni, ma per un qualche motivo la polizia svedese ha scritto il nome sbagliato (forse Giulio non aveva documenti con sé?). “Boccolo Piazeusa” non è altro che Boccolo de’ Tassi, comune che fino al 1923 faceva parte della provincia di Piacenza e che adesso non è altro che una piccola frazione della provincia di Parma. Al museo della Polizia non hanno evidentemente capito la scrittura del loro collega del 1907 e hanno scritto “Piazeusa” per “Piacenza” (se leggete nel documento originale, si capisce abbastanza bene che è “Piacenza”).

La pagina Wikipedia di Boccolo ci informa anche che “in quei decenni la povertà di risorse della zona provocò l’inizio del processo di emigrazione verso terre straniere, che culminò verso la fine del XIX secolo. La meta principale degli emigrati boccolesi era costituita da Parigi, ove si specializzarono principalmente nell’attività di scaldini, addetti al funzionamento delle caldaie a carbone; nei mesi estivi, venute meno le necessità del riscaldamento, facevano rientro nella terra natia per occuparsi delle loro proprietà, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento del bestiame”.

Immagino che quindi il boccolese sia poi tornato nella sua terra dopo la sfortunata trasferta svedese.

Posto questa storia dimenticata e sconosciuta perché mi domando se esista qualcuno che riconosce nella foto di Giulio Dragoni un nonno, un bisnonno o un lontano parente. Magari qualcuno mi risponderà.

Cecità e pandemie

20 febbraio 2023

Prestatomi da un amico, ho letto il romanzo di José Saramago “Cecità”. La storia è piuttosto semplice ma geniale: cosa succederebbe nella società se si scatenasse una improvvisa pandemia di cecità?

Il libro, da cui è stato tratto anche un film, è un saggio sulla condizione umana, sull’essere umano in generale.

Attualissimo, sembra scritto ieri.

“Cecità” ci spiega che nonostante l’evoluzione della società, la democrazia, le leggi, lo sviluppo economico e via dicendo, se lasciato a se stesso l’uomo ritorna facilmente alla condizione di “homo homini lupus”. Col cavolo che “andrà tutto bene“: la pandemia risveglia il peggio insito nell’essere umano.

Incredibile che sia stato scritto nel 1995.

 

Rocky Marciano e Joe Louis

7 febbraio 2023

Joe Louis è stato uno dei più grandi pesi massimi di pugilato di tutti i tempi. Soprannominato Brown Bomber, è stato campione del mondo per 12 anni di fila, record ancora imbattuto nella categoria. Rocky Marciano (che ricordo essere mio amico…) lo ha affrontato e battuto nel 1951. Dopo aver combattuto contro il campione italo-americano, Joe commentò così il match:

Marciano doesn’t fight by the book, but I got hit by a library.

Il Ghiottone

12 gennaio 2023

ghiottone

Una volta si italianizzavano tutti i nome stranieri. Adesso non più, ma una volta era pratica comune. Per questo dicevamo principe Carlo e non Charles, ma non abbiamo mai detto Principe Guglielmo, ma William.

Lo stesso accadeva e accade in parte ancora per i supereroi dei fumetti. Superman era anche conoscuto come Uomo d’Acciaio, Spiderman com Uomo Ragno, Batman come Uomo Pipistrello. E via dicendo.

Ma nessuno ha mai pensato di tradurre in italiano il nome del supereroe della Marvel Wolverine. Forse perché un supereroe chiamato Ghiottone risulta poco credibile.

Aforismi/42

8 gennaio 2023

Die Gewalt ist eine schöne Sache, und zu vielen Dingen nütze; denn man kommt mit einer Handvoll Gewalt weiter, als mit einem Sack voll Recht.

Max Stirner

Che in inglese suona tipo come:

“Might is a fine thing, and useful for many purposes; for one goes further with a handful of might than with a bagful of right”.

Che in italiano suona tipo come:

“La potenza è una cosa bella, e utile per molti scopi; perché si ottiene di più con una mano piena di forza che con un sacco pieno di diritti”