L’organista di strada dimenticato

giulio dragoni

Sono stato al museo della Polizia di Stoccolma e ci ho trovato un nostro connazionale.

Ci sono le foto e le storie di alcune persone arrestate 100 e più anni fa. L’esposizione serve a far vedere come lavorava la polizia una volta e come catalogava i criminali.

La persona fu registrata nel 1907 come “Giuglio Dragoni”, nato a Milano nel 1882 e residente a “Boccolo Piazeusa”. La piccola didascalia della foto dice solo che fu arrestato per vagabondaggio e che gli mancavano entrambe le mani. Secondo la descrizione, si guadagnava da vivere come suonatore di organetto da strada (organo a rullo).

Siccome io mi fisso un po’ con queste cose, ho fatto delle veloci ricerche su Google per vedere se esistono altre tracce dell’esistenza di questo nostro connazionale che è involontariamente passato alla storia.

Non ce ne sono, se non questa che proviene della stessa polizia svedese.

Ho capito tuttavia alcune cose. Intanto “Giuglio” si chiamava probabilmene Giulio Dragoni, ma per un qualche motivo la polizia svedese ha scritto il nome sbagliato (forse Giulio non aveva documenti con sé?). “Boccolo Piazeusa” non è altro che Boccolo de’ Tassi, comune che fino al 1923 faceva parte della provincia di Piacenza e che adesso non è altro che una piccola frazione della provincia di Parma. Al museo della Polizia non hanno evidentemente capito la scrittura del loro collega del 1907 e hanno scritto “Piazeusa” per “Piacenza” (se leggete nel documento originale, si capisce abbastanza bene che è “Piacenza”).

La pagina Wikipedia di Boccolo ci informa anche che “in quei decenni la povertà di risorse della zona provocò l’inizio del processo di emigrazione verso terre straniere, che culminò verso la fine del XIX secolo. La meta principale degli emigrati boccolesi era costituita da Parigi, ove si specializzarono principalmente nell’attività di scaldini, addetti al funzionamento delle caldaie a carbone; nei mesi estivi, venute meno le necessità del riscaldamento, facevano rientro nella terra natia per occuparsi delle loro proprietà, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento del bestiame”.

Immagino che quindi il boccolese sia poi tornato nella sua terra dopo la sfortunata trasferta svedese.

Posto questa storia dimenticata e sconosciuta perché mi domando se esista qualcuno che riconosce nella foto di Giulio Dragoni un nonno, un bisnonno o un lontano parente. Magari qualcuno mi risponderà.

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