Joe Louis è stato uno dei più grandi pesi massimi di pugilato di tutti i tempi. Soprannominato Brown Bomber, è stato campione del mondo per 12 anni di fila, record ancora imbattuto nella categoria. Rocky Marciano (che ricordo essere mio amico…) lo ha affrontato e battuto nel 1951. Dopo aver combattuto contro il campione italo-americano, Joe commentò così il match:
Marciano doesn’t fight by the book, but I got hit by a library.
È morto Marvin Hagler, soprannominato The Marvelous, “Il Meraviglioso”.
Ed era veramente meraviglioso, è stato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi e personalmente il mio preferito in assoluto.
Velocità, potenza, tecnica, agilità, mobilità di tronco, resistenza, intelligenza: tutte le qualità che un pugile potrebbe sognare, lui ce le aveva al massimo grado.
È stato campione del mondo dei pesi medi dal 1980 al 1987, gli anni d’ora del pugilato. Ha combattuto contro tutti i più grandi della sua epoca: Duran, Hearns, Mugabi, Leonard solo per dirne alcuni. Molti suoi incontri sono passati alla storia. Andateli a vedere su YouTube perchè sono una gioia per gli occhi (se ti piace il pugilato).
Perse la corona per decisione non unanime contro “Sugar” Ray Leonard e decise di ritirarsi subito dopo a soli 33 anni non accettando il verdetto dei giudici. Il match è uno dei più discussi di sempre e divide ancora oggi tra chi parteggia per l’uno o l’altro pugile. Io, per quel che conta (cioè niente), avrei visto un pareggio come il verdetto più giusto. Ma tant’è.
Addio Marvelous. Sarai ricordato per sempre da tutti gli amanti della Noble Art.
Il 25 febbraio 2016 è morto Tony Burton, attore famoso al grande pubblico per aver interpretato Tony “Duke” Evers nella immortale saga cinematografica che ha per protagonista Rocky Balboa.
Tony Burton è stato veramente un pugile professionista verso la fine degli anni ’50. Ha combattuto 8 incontri, concludendo la sua breve carriera agonistica il 4 aprile 1959 con una sconfitta contro il più quotato LaMar Clark.
LaMar Clark disputò 46 match, vincendone 43 e perdendone 3. Chiuse la sua carriera il 19 aprile 1961 con una sconfitta contro l’allora giovane Cassius Clay.
Sylvester Stallone ha avuto l’ispirazione per il personaggio di Rocky Balboa dopo aver visto l’incontro tra Cassius Clay (ora già diventato Mohamed Ali) e Chuck Wepner del 24 marzo 1975.
In “Rocky”, il primo film della saga, Tony Burton interpreta la parte dell’allenatore di Apollo Creed, personaggio vagamente ispirato a Mohamed Ali.
Ho scoperto solo oggi, con colpevole ritardo, che l’11 novembre 2014 è morto l’attore Stefano Mingardo. Rimarrà sempre nel cuore di tutti i fans per l’interpretazione di Giorgio “Giorgione” Desideri nel film “Bomber“, con Bud Spencer. Un grande film di vita e di boxe.
Addio Stefano: come Giorgione, anche tu hai combattuto fino alla fine.
Pochi giorni fa ho postato una mia vecchia intervista al campione di pugilato Roberto Cammarelle in cui gli chiedevo come mai non passasse al professionismo dopo aver vinto tutto a livello dilettantistico. “Un pugile del tuo talento in tre o quattro anni potrebbe tranquillamente arrivare a combattere per il titolo”, gli dicevo nel 2009.
Neanche a farlo apposta, tre giorni dopo è uscito un articolo sulla Gazzetta dello Sport in cui si è parlato proprio di questo. Sabato 15 novembre, infatti, si è svolto l’incontro di pugilato fra il campione dei pesi massimi Ibf, Wbo, Wba e Ibo Wladimir Klitschko e Kubrat Pulev.
Il fatto è che il bulgaro Pulev, che arriva alla chance mondiale a 33 anni, da dilettante era stato più volte battuto da Cammarelle. “Accadde ai campionati Ue di Cagliari del 2005 (in finale) e poi ai Mondiali 2007 (ottavi) e 2009 (quarti)”, spiega Riccardo Crivelli sulla Gazzetta. Ma mentre Pulev nel 2009 è passato professionista, ed è arrivato a vincere 20 incontri consecutivi senza nessuna sconfitta, Cammarelle è rimasto dilettante.
Il 2 luglio 2009 ho intervistato il campione di pugilato Roberto Cammarelle. L’atleta delle Fiamme Oro aveva appena vinto (per rinuncia) la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo e io, da bravo cronista, ne approfittai per fargli qualche domanda.
Inoltre colsi l’occasione per scattarmi una foto insieme a lui. E’ uscita mossa, ma va bene lo stesso.
Dopo oltre cinque anni, posto quella intervista qui sul mio blog per il semplice timore che possa perdersi nei meandri del Web.
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E’ arrivato ad Avezzano (sede delle gare di pugilato) con il favore dei pronostici e la voglia di difendere la vittoria ottenuta ai Giochi di quattro anni prima ad Almeria. Ma l’oro questa volta è arrivato senza combattere, a causa del forfait dell’altro finalista, il croato Marko Tomasovic. In ogni caso per un pugile come Roberto Cammarelle, oro alle olimpiadi di Pechino e campione del mondo in carica, la vittoria ai Giochi del Mediterraneo di Pescara non sarebbe stata un problema nemmeno sul ring, tanta è la superiorità tecnica che ha sugli avversari. Ma quanto conta questa medaglia, in una carriera costellata di successi ben più importanti?
«Conta tanto, perché l’oro è sempre il metallo più prezioso e vincere è la cosa più bella per uno sportivo. Questi Giochi sono un appuntamento importante sia per me che soprattutto per il Coni, in quanto rappresentano una piccola olimpiade mediterranea. A maggior ragione quest’anno, dove sono stato il portabandiera, non potevo che vincere».
Come hai trovato i Giochi dal punto di vista organizzativo? (more…)
Il 30 ottobre 1974, 40 anni fa esatti, si è svolto il famoso match Foreman – Ali, valevole per il titolo mondiale dei pesi massimi e passato alla storia col nome di “Rumble in the jungle“, la rissa nella giungla.
Rino Tommasi, e molti con lui, lo ha definito il “Match del secolo“. L’unico, l’originale.
Non so se possa essere definito tale. Per ciò che ha rappresentato e continua a rapresentare nell’immaginario collettivo, forse si merita tale appellativo. Per bellezza non credo: ce ne sono stati tanti di incontri belli e molto più belli. Anche per quanto riguarda l’importanza ho i miei dubbi; se andiamo ad analizzare tutta la storia della boxe (e non ci soffermiamo solo su ciò che stampa e televisioni ci hanno pubblicizzato maggiormente) ce ne sono parecchi di incontri che hanno segnato la storia.
Ma a prescindere da questo, il match Foreman – Ali è senz’altro uno degli incontri più importanti di sempre. Lo vinse Ali contro tutti i pronostici. Se lo avessero rifatto altre dieci volte, Foreman probabilmente avrebbe sempre vinto. Ed proprio qui che si nota la grandezza di Ali: un pugile che oltre che col fisico, ha vinto con la testa, sfruttando l’unica chance che aveva di battere Big George.
Roberto Cammarelle. Quando la boxe fa audience però conviene trasmetterla, vero?
La Rai ha deciso di non trasmettere più in prima serata sport come pugilato, judo, lotta e taekwondo per un incomprensibile rispetto delle ‘fasce protette’ e per tutelare i minori.
Per la Rete nazionale infatti questi sarebbero sport violenti la cui visione va sconsigliata ai giovani.
Un’offesagratuita e senza pari a sport nobili e dalla tradizione anche millenaria (nel caso della boxe, per esempio).
Fortunatamente le proteste e le reazioni non sono tardate ad arrivare.