Posts Tagged ‘povertà’

Storie di ordinaria disoccupazione – 2

2 novembre 2023
Un amico una volta mi mandò una mail con scritto questo:

«L’ingiustizia divina è forse quella per cui ogni mattina mi alzo titubante e svogliato e mi dirigo al bagno pronunciando sempre le solite parole: “Non voglio lavorare“; mentre alla stessa ora, in un altro bagno, in un’altra casa, qualcuno si alza e demotivato e deluso dice: “Voglio trovare un lavoro, non ne posso più”».

«Dai più verrei considerato io un fortunato – sapete, il tempo, il contesto, la crisi – e non posso che condividere. Ma verrei considerato anche come un antipatico, ingrato, che non sa gioire delle sue fortune, una sorta di mangiapane a tradimento».

«Ma fate solo lavorare, che so – un annetto – l’altro anonimo lamentoso e vedrete che il mio lamento diverrà il suo».

«Ergo ne deduco che il lavoro è quella cosa con la quale e senza la quale tutto va molto male».

 
La cosa incredibile di questo ragionamento è che è indubitabilmente vero. 
Il tempo mette sempre tutto in prospettiva, per cui anche periodi brutti, rivisti ad anni di distanza, sembrano meno brutti. Per una sorta di spirito di autopreservazione, l’essere umano tende in modo naturale a ricordarsi maggiormente dei momenti belli.
 
Io, per esempio, adesso lavoro. Non è un lavoro che mi piace molto, anzi. Forse per questo ultimamente ripenso spesso a quando ero disoccupato e anche a quando facevo un lavoro che mi piaceva molto ma con cui guadagnavo ben poco.
 
Viene naturale fare certi ragionamenti.
Non è divertente avere problemi economici ogni santo mese. Razionare gli acquisti, fare la spesa per la settimana con i soldi contati, calcolare ogni centesimo pensando a cosa comprare e a cosa rinunciare. Prendo la pasta o il riso? Compro la pancetta per la carbonara oppure il formaggio? Quante verdure ci escono questa settimana?

(more…)

Dignità

21 marzo 2012

Qualche tempo fa vagavo per i campi del Tennessee, come ci ero arrivato chissà…

No scusate, mi sono confuso: stavo camminando per le vie del Centro di Torino e so benissimo come ci ero arrivato. Comunque, svolto l’angolo e di fronte mi trovo un uomo di una certa età, vestito in maniera normale: né elegante ma nemmeno male. Definirlo “anziano” forse sarebbe ingiusto, perché avrà avuto sulla sessantina anche se portati male.

(more…)