Cosa succede in Siria/13

Assad usa le armi chimiche per combattere (e uccidere) i ribelli. Quindi l’Unione Europea e gli Stati Uniti si preparano a intervenire. Arriva una nuova “missione di pace”?

Eppure sul fatto che Bashar al Assad abbia usato davvero il gas sarin contro i suoi nemici esistono molti e fondati dubbi. Brevemente:

1- Prima di tutto: cui prodest? La prima domanda che bisogna farsi è sempre la stessa. Perché il capo del Governo siriano, che sta vincendo la guerra civile riconquistando tutte le postazioni perdute, dovrebbe usare degli agenti chimici contro i ribelli proprio nel momento in cui gli ispettori Onu arrivano in Siria per indagare, appunto, sull’uso di agenti chimici?

La domanda è importante e non me la pongo solo io. Lo stesso dubbio è espresso da Gwyn Winfield sulle pagine di Repubblica. Winfield, come lo descrive il giornale fondato da Scalfari, è a capo delle Falcon Communications inglese, un’autorità riconosciuta nel campo della difesa dalle armi non convenzionali. Afferma l’esperto:

È difficile credere che il regime di Assad lanci un’offensiva del genere in simultanea con l’arrivo a Damasco degli ispettori Onu incaricati dell’indagine sulle armi chimiche. Come in ogni omicidio, l’investigatore deve chiedersi: cui prodest? Non giova certo al regime, che in ogni caso verrà incolpato.
Perché?

Perché quella sostanza è prodotta dalle forze armate del regime. È probabile che sia stata catturata dai ribelli dell’Esercito libero siriano, gli unici altri in grado di lanciare quegli agenti con l’artiglieria. E a loro sì, che giova: otterranno le armi e l’intervento promessi da Washington. Solo un’indagine di tipo poliziesco potrà rivelarci chi è davvero il colpevole.

Il diplomatico svedese ed ex ispettore Onu Rolf Ekeus esprime più o meno lo stesso pensiero:

Sarebbe molto strano se fosse stato il Governo a fare questo nel momento esatto in cui gli ispettori internazionali entrano nel paese …. per lo meno, non sarebbe molto intelligente.

2- Le fonti: come al solito inesistenti. Sempre e solo anonimi o persone sotto falso nome. Oppure associazioni riferibili ai ribelli. Un po’ di parte, no? Non si è certi nemmeno sul numero dei morti: si parte da poche decine e si arriva a 1300. Una forbice troppo ampia.

3- Foto e video. Le foto non mostrano quelle che dovrebbero essere le conseguenze dell’uso di gas sarin, fra cui le più comuni sono il rilascio di feci e urina dai corpi, i cui vestiti (non cambiati) invece non recano tracce di escrementi. Anche i video sono molto discutibili: alcuni addirittura sono stati caricati il 20 agosto, ovvero il giorno prima del presunto attacco chimico di Assad. Lo sottolinea anche Aleksandr Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri russo:

Stiamo raccogliendo ulteriori prove che questo atto criminale è stato di natura provocatoria. In particolare, il materiale postato su Internet che coinvolgerebbe le truppe di Assad nell’attacco è stato caricato diverse ore prima del cosiddetto “attacco”. Perciò è stata un’azione pre-programmata.

 

Cosa è dunque successo il 21 agosto nei sobborghi di Damasco? Non si sa e non si saprà probabilmente mai. Ci vorrebbe un’indagine seria e super partes. Cosa che non avverrà mai.

Ma le missioni di pace, come si sa, non hanno bisogno di prove certe.

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3 Risposte to “Cosa succede in Siria/13”

  1. Medio Oriente: Quando le armi chimiche erano “buone” (e made in Italy) Says:

    […] nei sobborghi di Damasco il 21 agosto contro i ribelli, ma su cui molti analisti internazionali esprimono seri dubbi. Ma la stampa occidentale è pronta con la solita campagna di odio e fango, come già visto […]

  2. Catone il censurato Says:

    ma si….. è tutta una messa in scena dei ribelli!!!!!
    VERGOGNA!!!!!

  3. Quando le armi chimiche erano “buone” (e italiane) | Says:

    […] Intanto in Siria continuano a spirare venti di guerra. Usa e Gran Bretagna continuano a soffiare sul fuoco. La Russia ha parlato di conseguenze “estremamente gravi” in caso di intervento in Siria. Il tutto per un attacco chimico che avrebbe effettuato il leader Bashar al Assad nei sobborghi di Damasco il 21 agosto contro i ribelli, ma su cui molti analisti internazionali esprimono seri dubbi. […]

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