Posts Tagged ‘Damasco’

Armi chimiche in Siria: ops, i pazzi complottisti avevano ragione?

9 settembre 2013

Il giornalista della Stampa Domenico Quirico è stato fortunatamente liberato. E adesso già iniziano a trapelare gli orrori e le sevizie che i cosiddetti “ribelli” gli hanno inferto.

Con lui era prigioniero anche Pierre Piccinin, un professor belga, che al quotidiano le Soir ha raccontato alcune cose interessanti:

Piccinin interviene anche su un tema fondamentale in vista del possibile attacco alla Siria. «È un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco» dice il professore alla radio RTL-TVi, dicendo di avere sorpreso una conversazione tra ribelli in proposito insieme a Quirico.

Fonte: Corriere.it

Cosa succede in Siria/13

24 agosto 2013

Assad usa le armi chimiche per combattere (e uccidere) i ribelli. Quindi l’Unione Europea e gli Stati Uniti si preparano a intervenire. Arriva una nuova “missione di pace”?

Eppure sul fatto che Bashar al Assad abbia usato davvero il gas sarin contro i suoi nemici esistono molti e fondati dubbi. Brevemente:

1- Prima di tutto: cui prodest? La prima domanda che bisogna farsi è sempre la stessa. Perché il capo del Governo siriano, che sta vincendo la guerra civile riconquistando tutte le postazioni perdute, dovrebbe usare degli agenti chimici contro i ribelli proprio nel momento in cui gli ispettori Onu arrivano in Siria per indagare, appunto, sull’uso di agenti chimici?

La domanda è importante e non me la pongo solo io. Lo stesso dubbio è espresso da Gwyn Winfield sulle pagine di Repubblica. Winfield, come lo descrive il giornale fondato da Scalfari, è a capo delle Falcon Communications inglese, un’autorità riconosciuta nel campo della difesa dalle armi non convenzionali. Afferma l’esperto:

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La Siria “liberata”

31 gennaio 2013

Un giudice della Siria liberata ci spiega come somministra le frustate
di Susan Dabbous per Il Foglio

Prima di diventare giudice della Corte islamica di Darkush, Sheikh Bilal insegnava Religione in un istituto tecnico. Ora rappresenta la legge in questo villaggio siriano di meno di diecimila abitanti a ridosso del confine turco nella regione di Idlib.

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Cosa succede in Siria/10

12 settembre 2012

Alla faccia di chi crede ancora a una guerra di “buoni” contro “cattivi”.

di Karim Metref per Eastjournal.net

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SIRIA, CHATTANDO CON L’INFERNO

Un documento semplice eppure vivido, una chat da Damasco, un racconto crudo che in poche battute demistifica quanto fin qui raccontato sul conflitto siriano. Inauguriamo così la rubrica di Karim Metref, ‘Dispacci arabi’, uno spazio di cronaca e riflessione su quanto avviene nel mondo arabo, dal Nordafrica al Medio Oriente.

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria.

Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio su Facebook. “Torno in Siria. Non posso stare a guardare in TV quello che succede nel mio paese.”

A quella epoca, Damasco, la sua città, era ancora fuori dalle zone di combattimento e si sperava potesse in qualche modo esserci una soluzione pacifica. Ora, mi dice, è tutto precipitato. É di nuovo disperato e dice che non ha più un posto in quel macello.

Mi annuncia che è sul confine con la Turchia, in una cittadina tutta distrutta e disertata dai suoi abitanti. Chatta da un portatile con Sim Card turca. Una breve chiacchierata in cui mi dice che la sua famiglia è salva ma la casa di suo padre, in un quartiere limitrofo del campo profughi del Yarmouk, a Damasco, è stata rasa al suolo. In mente mi ritornano le belle serate che abbiamo passato in quella casa. Le “mezzé” della mamma Khaoula accompagnate da fiumi di araq. Le risate, i canti, le storie di quelle serate echeggiano ancora nella mia memoria. Tutto quello è crollato. La casa è distrutta e la banda di folli che ci si divertiva è dispersa per sempre. Alcuni cercano dove nascondersi, altri, forse i più fortunati, sono morti.

Descrive un paese con città intere distrutte, gente che gira senza trovare via di scampo e forze armate, una più criminale dell’altra, che giocano ad una specie di macabro gioco del gatto e del topo. Gruppi armati che entrano nei quartieri abitati. Sparano da lì sull’esercito che risponde con i bombardamenti a tappeto. Una macabra logica del caos, che cerca di chiudere definitivamente la strada a qualsiasi soluzione pacifica. Un paese dove a comandare è la forza di fuoco. Punto e basta.

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Siria: “Pronti per farvi sparare?”

18 giugno 2012

“Ecco cosa succede nella Siria dei ribelli”.

È l’amaro commento che fa Alex Thomson, giornalista della televisione britannica Channel 4. Inviato nel paese mediorientale, si trova a fronteggiare una situazione davvero incredibile. Nella “terra di nessuno” dove è facile prendersi un proiettile vagante e anche gli operatori Onu pensano prima di tutto a salvarsi la pelle, per andare in giro bisogna stringere accordi con i capi di turno.

Thomson si reca in una zona controllata dai ribelli. Si rivelano irritanti e ostili. Ma il tempo passa e giunge l’ora di tornare alla base. Il giornalista e il suo autista vogliono giustamente fare la strada inversa. Ai check point si ricorderanno di loro e della loro macchina e non faranno problemi a farli passare di nuovo, pensano.

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Siria: la strage di Houla e le bugie dei media

13 giugno 2012

Siria 2012? No, Iraq 2003

Si è scritto molto sulla strage di Houla in Siria, dove sono morti in maggioranza bambini. Si è scritto molto e a volte anche a sproposito.

La rete televisiva inglese Bbc ha diffuso inizialmente una foto con file di decine di corpicini avvolti in un sudario bianco. Una foto dal forte impatto emotivo che voleva denunciare il massacro perpetrato dal regime di Assad in Siria. Peccato che fosse un falso: infatti l’immagine era del 2003, scattata dal fotografo italiano Marco Di Lario in Iraq. Fortunatamente se ne è accorto lui stesso, denunciandolo sulla pagina Facebook. “Qualcuno sta usando illegalmente una delle mie immagini per la propaganda antisiriana sulla homepage della Bbc”, ha scritto sulla sua bacheca. Il London Telegraph ha denunciato la mistificazione della Bbc, ma alla tv inglese non è importato nulla e non ha fatto alcuna rettifica.

Ma chi ha compiuto poi davvero la strage?

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Attentati in Siria. Chi è stato?

29 dicembre 2011

Ci ho messo un po’ di giorni, ma alla fine ne parlo anche io. Il 23 dicembre scorso due esplosioni nel centro di Damasco in Siria hanno fatto decine di morti. Un attentato, anzi due. E ben sincronizzati.

Il regime di Bashar al-Assad ha subito detto che sono stati gli estremisti di Al Qaeda. In Occidente invece gli attentati non sono stati accolti come ci si sarebbe aspettato. Perché? Perché non tutti credono ad Assad.

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