Il popolo è fatto di coglioni. Il suo ruolo da sempre è di essere un coglione. E’ allevato ed educato per essere un coglione.
In migliaia di anni quello è sempre stato il suo ruolo.
E’ un coglione anche perché non può essere altro.
– La cultura e l’informazione che ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto, perché è un coglione e la cultura e gli strumenti che ha sono appositamente fatti perché non lo capisca. La cultura e l’informazione che gli hanno servito quelli che si occupano di allevare coglioni è appunto studiata a quello scopo, a farne un coglione.
– Non è organizzato, e se lo è non è lui che si organizza, ma lo organizza chi si occupa di organizzare dei coglioni. E i coglioni poi seguiranno quello che li organizza come dei coglioni, appunto.
– Non ha mezzi rilevanti. Se li avesse non sarebbe un coglione. Ai coglioni non si danno mezzi rilevanti, e da solo un coglione non è capace di procurarsi mezzi rilevanti.
Fino a 200 anni fa il coglione era un po’ meno coglione, perché almeno una cosa la capiva e cioè che era un coglione. Poi gli hanno inventato una favola, e cioè che il coglione non è un coglione, anzi è un protagonista, è lui che decide, e lui essendo un coglione la crede a tutt’oggi.
Fu creata con pieno successo. Un coglione è un coglione e perciò non ha strumenti, intelligenza, cultura, organizzazione, mezzi, strategie.
Non preoccupa.
L’unica cosa che aveva però era il numero. Cioè i coglioni sono coglioni ma tantissimi, e questa era l’unica cosa che preoccupava, e aveva anche dato qualche piccolo grattacapo.
Quindi si è inventata una favola per evitare che i coglioni fossero uniti, unica preoccupazione, per quanto modesta.
Perciò si è creato il coglione di estrema sinistra, il coglione di sinistra, il coglione di centro sinistra, il coglione di centro, il coglione di centro destra, il coglione di destra, il coglione di estrema destra, il coglione verde, il coglione ambientalista, il coglione pacifista ecc….
Una varietà cioè di coglioni, non più il coglione unico.
Inoltre si è spinto un coglione contro un altro coglione, e ogni coglione sinistro pensa infatti di essere diverso e meglio del coglione destro, e viceversa.
Con questo anche quel piccolo problema si è così risolto.
Una volta il coglione normale sapeva che c’era una monarchia, una corte, una burocrazia e poi lui, il coglione.
Poi invece gli hanno fatto credere che è lui, il coglione, che comanda, basta che voti.
Alle volte il coglione di sinistra alle volte il coglione di destra.
Ma per quale ragione, per quale logica mai dovrebbero essere i coglioni a comandare? Senza cultura, senza mezzi, senza informazione, senza organizzazione.
Il coglione, essendo un coglione non se lo è mai domandato.
Se no che coglione sarebbe.
Se il coglione avesse consapevolezza di essere un coglione, e verificasse che nella storia ha sempre fatto il coglione, che fa il coglione e che farà il coglione allora lo accetterebbe come un’evidenza di 3000 anni e si preoccuperebbe di avere il miglior status di coglione possibile, e l’unica cosa che potrebbe mettere in pista il coglione sono i numeri.
Tutti i coglioni uniti. L’unica cosa.
Così da poter contrattare con la monarchia un suo ruolo più accettabile di coglione.
Saprebbe cioè contro chi prendersela, e potrebbe sempre trovare qualcuno che ha interesse a sostituire il monarca e la corte, con ciò costituendo una piccola minaccia nei confronti del monarca in essere, che cercherà di trattare un po’ meno peggio il coglione.
Ma è molto regredito come coglione, gli hanno trovato la favola apposita, la democrazia, per regredirlo, la sinistra e la destra.
Essendo un coglione le ha bevute d’un fiato.
E così va diviso da due secoli.
Proprio come un coglione.
Dell’utente Mincuo, postato su Comedonchisciotte
Tag: democrazia, elezioni, Italia, popolo, regime, Repubblica, Stato, voto
21 gennaio 2013 alle 16:21 |
sottoscrivo parola per parola
25 gennaio 2013 alle 14:28 |
[…] […]
25 gennaio 2013 alle 15:25 |
Da ora in poi sarai il mio maestro.
25 gennaio 2013 alle 17:11 |
Tu stai dividendo la gente in due categorie: i coglioni (la stragrande maggioranza) e i non coglioni, (una piccola minoranza) e fin qui ok. Sbagli a mio avviso qando descrivi i coglioni come una specie di razza inferiore. In realtà i coglioni sanno bene, anche se solo a livello di intuizione, di essere presi per il culo. Vedi un po’ il disgusto per i partiti…
Inoltre tieni anche conto che troppo spesso il successo dei non coglioni è dovuto non a particolari doti di intelligenza o manageriali, ma a leccaculismo, mignotteria, servilismo, fidelizzazione.
E allora ecco la mia interpretazione dei fatti che tu descrivi bene ma interpreti male.
Coglioni e non condividono la stesso pensiero unico che si può sintetizzare in “libera volpe in libero pollaio”. I perdenti, non hanno DNA diverso, non sono meno intelligenti, hanno semplicemente perso la competizione per il sccesso che tutti affrontiamo nella vita.
E’ il pensiero unico della competizione e della vittoria come cosa nobile che accomuna vincenti e perdenti, coglioni e non coglioni. In realtà le proprietà, le ricchezze, il successo sono solo convenzioni che possono esistere solo se riconosciute dalle masse dei coglioni.
Che valore avrebbero dei foglietti di carta con su scritto 100 euro, o un pezzo di carta dove si dice che una casa è di tizio se le masse dei coglioni non dessero credito a questa idiozie?
Io penso che esista davvero un pensiero unico, da circa 5000 anni, da quando smettemmo di vivere di caccia e raccolta e cominciammo a costruire stanziamenti stabili e a fare agricoltra. E’ il pensiero della competizione come cosa nobile, propagandata fino dalla antichità con le olimpiadi, e ora dalle partite di calcio. La nostra base sociale sono le competizioni e le scommesse, questa idea balorda è purtroppo pensiero unico e condiviso da coglioni e non, e su questa base abbiamo costruito le nostre società liberali, comuniste, fasciste, repubbliche e monarchie e imperi. Almeno fino ad ora.
26 gennaio 2013 alle 02:37 |
[…] via irregolare.wordpress.com […]
26 gennaio 2013 alle 16:36 |
@ Mincuo
lo aveva già detto Ascanio Celestini, col metodo Ponzio Pilato, http://www.youtube.com/watch?v=J1EM5as1qi4 che il popolo è un bambino… e prima di lui lo avranno detto altre degne persone ( ma, con altri scopi, anche i satanisti al potere che vogliono che il popolo sia bue, sia bambino e sia coglione).
Quello che non capisco è quando dici “La cultura e l’informazione che ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto ”…
Neanche qui non dici cose nuove e non so se ti rendi conto che razza di cultura e di informazione gira anche la dove tu scrivi.
Ovvero quale è il senso di questo tuo scritto non è chiaro a differenza di altri tuoi scritti con un chiaro fine di informazione.
Un saluto
27 giugno 2014 alle 00:56 |
Buondì. La frase “La cultura e l’informazione che ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto”, credo che è una maniera sintetica, per riassumere in poche parole il seguente concetto. Gli storici che hanno scritto gli avvenimenti del tempo passato, hanno narrato le cronache del loro tempo, in modo soggettivo, cioè con il loro personale modo di vedere e giudicare i fatti che il tal modo possono diventare “fasulli” e precisamente: falsi, non autentici. I testi (libri) attraverso i quali si tramandano ai posteri i fatti che hanno rilevanza storica, sono filtrati dalla censura che taglia, ricuce e modifica. I posteri conoscono i fatti del passato recente, antico e antichissimo attraverso la lettura, che il più delle volte, è “fasulla”. Spero di aver centrato il senso della frase in esame. Accetto volentieri correzioni, perché solo i cretini hanno sempre ragione ed io nel loro cerchio non ci voglio entrare.
26 gennaio 2013 alle 17:17 |
@ Mincuo, Esprit d’escalier
Mincuo scrive ripetutamente che si capisce anche il taglio dato, che è ironico e provocatorio, da un suo commento in una discussione “Spero che così sia chiaro” e che si trova proprio qui . http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=143740#143740
Ovvero “il popolo coglione” di questo post è tratto paro paro dalla discussione “spero che così sia chiaro”.
Quello che si vorrebbe capire è se Mincuo ha dato o non dato il suo consenso affinché quel suo intervento “ironico e provocatorio” fosse decontestualizzato.
Ovvero se si rende conto che quello che lui dice essere ironico e provocatorio ( e in altro contesto) finisse nel circolo barnum de “la cultura e l’informazione che [ il popolo bue, bambino e coglione ] ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto ”.
Ancora un saluto.
28 gennaio 2013 alle 19:23 |
[…] Fonte: https://irregolare.wordpress.com/2013/01/21/il-popolo-coglione/#more-2457 […]
25 giugno 2014 alle 00:56 |
Buondì. Da qualche parte ho sentito dire: Se non ci fossero i cretini, i furbi come vivrebbero? Sostituendo le parole “cretino” con “coglione” e “furbo” con “dritto”, otteniamo: Se non ci fossero i coglioni, i dritti come vivrebbero? Se analizziamo il significato delle parole “cretino” e “coglione” ci accorgiamo che il loro senso sembra lo stesso, però non lo è. Il cretino non ha sviluppato la sua intelligenza e quindi è cretino e basta e lo noti a prima vista. Il coglione invece ha sviluppato la sua intelligenza in maniera anomala ed esteriormente non sempre è identificabile. Il cretino lo noti subito dall’espressione del viso, il coglione, invece, si fa notare quando inizia un discorso e con le sue azioni quotidiane. Che il popolo è coglione è notorio fin dall’antichità, se così non fosse, non sarebbero esistiti e non esisterebbero i potenti. Ciò avvalora il significato del detto che ho citato all’inizio del mio discorso. I potenti ci sono sempre stati, come il pastore guida il gregge, i potenti guidano i popoli.Riferendoci a questa similitudine, possiamo affermare che se il pastore conduce le pecore in un campo ricco di pregiata erba, le pecore gioiscono. Se il potente (pastore), mangia e fa mangiare, il popolo (pecore) è felice. Però, ciò che distingue il popolo dalle pecore e la reazione al trattamento, nel senso che: se le pecore non mangiano, muoiono di fame, invece il popolo, se non mangia, s’incazza. Il discorso di Mincuo sulla coglioneria è simpatico e interessante e su questo argomento si potrebbe discutere all’infinito. Mincuo dice che fino a 200 anni fa il popolo era meno coglione perché era consapevole del suo status mentre oggi esso (il popolo) si crede protagonista (è lui che decide). Mincuo, forse non ha pensato che 200 anni fa non c’erano i mezzi di informazione che ci sono oggi e i potenti non potevano diffondere in maniera capillare le loro favole (vedi Cetto La qualunque). Dopo tutto questo mio dire, mi pongo questo interrogativo: ma coglione lo sono anche io? Anche se è triste ammetterlo, appartenendo al popolo, anche io mi sento e sono un ….. coglione.
28 giugno 2014 alle 22:27 |
Buondì. L’altra sera mi son posto una domanda a cui ancora non ho trovato una risposta. Hanno eretto monumenti a Garibaldi, hanno eretto monumenti a Mazzini, hanno eretto monumenti a Cavour, hanno eretto monumenti a Vittorio Emanuele ed hanno anche intitolato Vie e Piazza a questi personaggi … perché, per quale losco motivo non hanno eretto neanche un monumento al Coglione? Essenza vitale per il Dritto.