C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
“I sistemi elettorali [sono] tutti per loro natura manipolativi delle scelte degli elettori”.
Marco Tarchi
Alexis Tsipras, primo ministro greco e capo del partito Syriza, si è dimesso.
A SkyTg24 questa mattina ho sentito dire che è una mossa per vincere le prossime elezioni anticipate facendo a meno dell’estrema sinistra al governo.
Ma non era già Syriza l’espressione dell’estrema sinistra in Grecia??
Quindi delle due, l’una: o Tsipras vuole fare a meno di se stesso; o non è mai stata vera “estrema” sinistra. E forse nemmeno solo “sinistra”.
“La sovranità democratica in senso tradizionale non esiste più, l’Europa monetaria e finanziaria è il laboratorio di sperimentazione di una democrazia “depoliticizzata” in cui, fatta salva la forma della rappresentanza parlamentare, le cifre che contano di più non sono i risultati delle elezioni”.
Giuliano Ferrara – Il Foglio
Mitici al Guardian, che all’indomani della vittoria alle elezioni in Grecia del partito di Alexis Tsipras, lanciano la seguente Flashnews:
Traduzione:
News da Bruxelles: La Commissione europea dice di essere pronta a confrontarsi col nuovo governo greco una volta che si sia formato.
Non che abbiano molta scelta – Tsipras è stato eletto democraticamente.
“La verità è una sola e può essere ammesso solo il partito che si riconosce in questa verità. Tutti gli altri devono essere soppressi”
Louis Antoine de Sant Just
Ieri ho per caso rivisto questo spezzone della celebre trasmissione comica degli anni ’80 Drive In:
Ritengo che, al contrario di quello che dice la vulgata comune, la comicità degli anni ’80 fosse molto migliore di quella attuale. Basta fare un confronto tra un Colorado o uno Zelig attuali e un vecchia puntata di Drive In. Sono le trasmissioni di punta per i comici delle rispettive epoche. Ma mentre Zelig e Colorado si limitano a una banale e stereotipata comicità (almeno io la penso così) fatta di parolacce e scorregge per catturare un sorriso, nel lontano Drive In non si perdeva di vista la “satira” più pungente nei confronti dei personaggi della politica e dello spettacolo.
Battute come quella fatta pronunciare all’Andreotti-bambino da Gianfranco D’Angelo (“La pistola la voglio io, perché l’ho già venduta all’Iran e all’Iraq”) oggi forse non sarebbero possibili. I pochi comici che producono una satira più cattiva, che veramente mette alla berlina la politica e la società italiana (tipo Crozza o Corrado Guzzanti) sono di solito visti come un “vulnus”, come dei pericolosi sobillatori dell’ordine pubblico.
E la colpa non è solo della politica, che adesso è diventata incapace di accettare una satira nei confronti dell’establishment che esiste dai tempi dell’Impero Romano. E’ anche nostra, che abbiamo accettato di annebbiare e annacquare il nostro senso civico, accettando passivamente tutto ciò che ci viene imposto – anche ideologicamente – dalla nostra classe politica.
A giudicare da quello che sta avvenendo in Egitto, credo che lì ci sia talmente tanta democrazia che potrebbero competere con gli Stati Uniti per l’esportazione.