Il diritto ad essere dimenticati

La runa dell'Oblio

Qualche giorno fa stavo scrivendo un articolo per Il Centro su un ragazzo arrestato. E avevo scritto che era “già conosciuto dalle forze dell’ordine”, per indicare che aveva qualche precedente.

Mi hanno subito corretto (giustamente) perchè mi hanno spiegato che esiste il “diritto all’oblio“, cioè una persona può anche essere stata condannata in precedenza, ma se ha pagato il suo debito con la giustizia non gli si può continuare a rompere ricordandogli il suo passato.

Oggi sul Fatto quotidiano è uscito un articolo di Andrea Aparo su una cosa simile. Praticamente, con internet, non esiste più questo diritto. Di ogni cosa che fate rimane traccia sulla rete. Dice l’articolo che negli Stati Uniti “il 70 per cento dei selezionatori e addetti alle risorse umane hanno detto di non avere perfezionato un’assunzione a causa di quanto trovato in rete. Il vostro futuro lavorativo bruciato da una ragazzata di gioventù, da un pettegolezzo digitato – non più appannaggio riservato di pochi VIP – apparentemente innocuo”.

Poi vi chiedete – voi che conoscete personalmente l’Irregolare – perchè sono contro Facebook. C’è gente che ci vive su questo social network, che va in giro con la macchinetta fotografica (cosa che non faccio nemmeno io che sono giornalista) o col cellulare che fa le foto e riprende tutto quello che succede.

Questa gente, signori, è pronta a TAGGARVI. Cioè, a sputtanarvi. E a me questo non sta bene.

Preferisco rimanere un povero sfigato a-social (network), che dover affrontare tutto questo. Anche perchè devo ancora trovare un posto fisso.

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5 Risposte to “Il diritto ad essere dimenticati”

  1. Mat Says:

    Vai Pierantrotsky, lotta insieme a noi!

  2. Gloria Says:

    Mah, qualcuno potrebbe obiettare che chi non ha “Lati oscuri” può andare in giro sereno…

  3. Sabrina Says:

    …il diritto all’oblio… mah, non sono affatto convinta che valga sempre e comunque. Di certe persone è meglio non dimenticare di cosa sono capaci.
    Ritengo che se ne abbia diritto se si sbaglia una volta, si paga e ci si “ravvede”. Ma se perseveri nell’errore, non hai diritto ad alcun oblio, anzi, meglio ricordare anche il passato, perchè vuol dire che a nulla è servito pagare…

    per quanto riguarda Facebook, mi sembrano proprio una cazz@ta le argomentazioni “contro”. Non temo nulla di tutto ciò: basta non scrivere minchiate che ti qualifichino con un pirl@ o cose che nn vuoi si sappiano. Le foto? ti possono “taggare” anche se non sei iscritto. E basta “staggarti” se vuoi evitare che quella foto possa essere associata al tuo nome.
    Ad essere pignoli, il fatto stesso di scrivere un blog, con tanto di nome e cognome, pensieri (irregolari) e video (sregolati :-P), può precluderti il posto fisso!
    Quindi… regolati!

    p.s. l’irregolato dovrebbe pensarci più spesso

  4. l'irregolato Says:

    l’irregolato non ha bisogno di pensare, non ha paura di conseguenze e rivendica paternità di tutto quello che dice e fa!!!!

  5. Facebook e lavoro « Says:

    […] avevo detto tempo fa, ci sono dei responsabili delle risorse umane che, prima di assumere una persona, fanno delle […]

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