Gli Azzurri in Svezia

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Di Valerio Pierantozzi per l’Irregolare

Altro che Balotelli, Buffon e Verratti. Per la prossima partita degli Azzurri fra i convocati ci sono un ingegnere, un dirigente d’azienda e un cameriere.

No, non è impazzito Antonio Conte. Perché a dir la verità non parliamo della nazionale italiana del neo commissario tecnico, ma degli A.C. Azzurri, una squadra di calcio di Stoccolma formata per buona parte da ragazzi italiani emigrati in Svezia.

Un club presente da oltre 40 anni nel profondo nord Europa, che probabilmente non raggiungerà mai elevate vette calcistiche, ma che col tempo è diventato un punto di riferimento per tutti gli italiani che vivono nei dintorni della capitale svedese, e non solo amanti del pallone. Perché alla base della filosofia degli Azzurri c’è di più: la passione per il calcio e per lo sport in generale rappresenta un modello di vita; lo sport è visto soprattutto come un momento di condivisione e di amicizia per un gruppo che è tradizionalmente composto da giocatori italiani, ma che comunque è sempre aperto ad accogliere qualsiasi nazionalità.

“Al momento abbiamo 45 associati e oltre 30 giocatori, per la maggior parte ovviamente italiani. Ma ci sono anche alcuni ‘stranieri’: per esempio tre azeri, uno spagnolo, un portoghese e naturalmente anche qualche svedese”, spiega Vincenzo Basilico, presidente dell’associazione che sta alla base di tutte le attività degli Azzurri. Lo abbiamo incontrato insieme al vicepresidente Luca Neri per saperne un po’ di più su questa singolare “nazionale italiana” residente in Svezia.

“L’ Associazione Calcio Azzurri è nata a Stoccolma nel 1971 e da allora ha continuato le sue funzioni per 30 anni”, spiega Neri che è fra coloro i quali hanno riavviato la squadra nel 2008 dopo una pausa di qualche stagione in mezzo agli anni 2000. “È nato tutto un po’ per caso. Eravamo il classico gruppo di amici che giocava a calcetto il venerdì sera. Col tempo ci è venuta voglia di qualcosa di più ‘serio’ e ci siamo quindi avvicinati al club degli Azzurri. Dopo qualche mese avevamo di nuovo messo su tutta l’organizzazione necessaria per iscriverci al campionato”.

EmblemAttualmente gli A.C. Azzurri hanno ben due squadre a disposizione: una a undici, regolare, iscritta alla Federcalcio svedese (Svenska Fotbollförbundet – SvFF) che milita in settima divisione; e una di calcio “a nove”, iscritta nel campionato Korpen. “Si tratta di una specie di Uisp svedese. C’è un bel campionato con un sacco di squadre, solo che non fa parte del circuito ufficiale SvFF”, spiega Neri. “Il fatto è che ultimamente eravamo diventati tanti – continua Basilico – e quindi per non perdere qualche elemento che magari può stancarsi di giocare meno degli altri, abbiamo formato questa sorta di squadra B. È anche un ottimo modo per tenere in forma tutti e magari testare qualche nuovo elemento”.

Ma come funziona la convivenza nello spogliatoio? Non si creano “clan” fra le diverse nazionalità? “No – risponde il presidente – va tutto piuttosto bene. Inoltre abbiamo un allenatore svedese che è molto bravo a tenere unite le varie anime del team, coinvolgendo tutti. Si chiama Stefan Öberg, ma io lo chiamo Stefano. E’ sposato con un’italiana e parla benissimo anche la nostra lingua. Quindi è quasi un oriundo, ormai”, conclude Basilico ridendo. Che però ci tiene a sottolineare una cosa: la serietà di tutta la società, giocatori e dirigenza. “Rispetto alle altre squadre della categoria, noi siamo organizzati molto meglio. Ci sono poche squadre del nostro livello che possono vantare una media di 25 giocatori ad ogni allenamento. Sono tutti ragazzi che lavorano e fanno altro nella vita, che sacrificano tempo e affetti per allenarsi insieme e far parte del gruppo. Ma questo – continua Basilico – è possibile anche grazie alla ‘macchina’ organizzativa che c’è alle spalle, grazie a tutte le persone come Luca Neri, che oltre a pagare l’iscrizione al club si prendono pure delle responsabilità”. Come per esempio quella di organizzare l’Azzurri Day.

Hamza will hit the postIl 14 settembre infatti si è svolta a Stoccolma la terza giornata annuale dedicata agli Azzurri. “Ci siamo visti alle 10 di mattina e abbiamo passato la domenica insieme, con amici e famiglie al seguito”, spiega Neri. “La manifestazione si svolge nel quartiere di Djurgården, nel campo di Stadshagen. Abbiamo prima fatto una partita di calcio amichevole fra Azzurri e Resto del mondo (una selezione di amici e persone che vogliono giocare), giusto per divertirci un po’ col pallone. E poi alla fine tutti insieme per una grigliata a bordocampo”. Perché per gli italiani di Svezia non esiste solo il calcio. Anche se i racconti più divertenti sono tutti legati al nostro sport nazionale.

“Ricordo che una volta si è presentato uno che diceva di essere stato una promessa della Roma qualche anno prima”, racconta il presidente Basilico ridendo. “Il caso ha voluto che proprio quella settimana siamo stati falcidiati dagli infortuni e allora lo abbiamo fatto debuttare subito in prima squadra. Dopo due minuti gli hanno fischiato un fuorigioco, poi un altro e poi un altro ancora. Al quinto fuorigioco di fila si è avvicinato alla panchina e ci ha chiesto: Scusate, ma che cos’è il fuorigioco?”. Storie da italiano in Svezia, anzi da “italienare i Sverige”.

Tutte le foto sono di Luca Neri

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2 Risposte to “Gli Azzurri in Svezia”

  1. cekketto Says:

    Bellissimo! Uno dei post più belli di questo blog.

  2. Luca Says:

    Grazie Valerio, speriamo presto di averti in squadra con noi!
    Intanto ti auguriamo una buona permanenza in Svezia!

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