Posts Tagged ‘Svezia’

Quello che c’è in mezzo

8 novembre 2021

“Mio padre era imprenditore nel settore della pietra.

Io ho il diploma di scalpellino.

Sono il primo in sei generazioni che non ha voluto prendere in mano l’azienda di famiglia, anche se ero il maggiore.

Il motivo per cui non ho voluto è che sono nato nudo e solo

e nudo e solo morirò,

quel che c’è in mezzo è mio.

E gli altri non devono impicciarsi”.

Kai Johansen, cittadino svedese residente nel villaggio di Osebol, classe 1951.

(Dal libro “Osebol di Marit Kapla)

Pisa, no grazie

20 luglio 2021

Sotto lo slogan: “Io non imbroglio nelle costruzioni”

In Svezia hanno appena rilasciato al pubblico questa reclame, chiaramente “made in Livorno”.

Si tratta della pubblicità di un negozio di prodotti per l’edilizia che, per far capire che vende articoli di qualità agli acquirenti, prende come esempio negativo la Torre di Pisa. Un modo per suggerire che la torre è pendente perché sono stati utilizzati materiali scadenti, mentre invece la merce che vende Byggmax è di prima qualità.

Una bella trovata pubblicitaria, non c’è che dire. Ma chissà che ne pensano a Pisa. E a Livorno.

Il lavoro etico

24 giugno 2021

Vivo all’estero. E capita spesso che amici e conoscenti mi chiedano se non abbia voglia di tornare in Italia, se non mi manchi l’Italia, e così via.

Certo che mi manca l’Italia, mi manca Pescara, mi mancano i miei amici e la mia famiglia, un ambiente in cui “mi sento a casa”, il mio habitat naturale. Tuttavia, non penso assolutamente a tornare indietro.

La ragione principale è che non mi piace lavorare. Vorrei essere ricco e poter non fare una mazza dalla mattina alla sera. O meglio, poter fare solo quello che voglio io, quando lo voglio io.

Purtroppo non sono ricco (ancora) e mi tocca lavorare. Ma se lo devo proprio fare, allora voglio almeno farlo nelle migliori condizioni possibili.

L’Italia è un posto dove, come dimostra ancora una volta il titolo del Corriere qui sopra, quella che dovrebbe essere la normalità è considerata un’eccezione. Un posto in cui ti pagano il giusto, ti danno un contratto regolare, ti pagano gli straordinari se lavori extra e – udite! udite! – ti concedono perfino il giorno di riposo, balza agli onori delle cronache come un fatto inusuale.

Ed è vero: è un fatto inusuale. Lo dico sia per esperienza personale che per quello che mi raccontano moltissimi dei miei amici ed ex colleghi.

Fortunatamente vivo in un posto dove i salari sono buoni*; dove mi pagano gli straordinari anche se lavorassi solo 15 minuti di più; dove ho un anno di disoccupazione senza troppe ansie e comunque riuscirei a trovare un nuovo lavoro nel giro di qualche mese se mi licenziassero (o mi licenziassi); dove non devo fare finta di lavorare mezzora in più per far vedere al mio capo che sono un bravo dipendente, ma basta che svolga i miei compiti lavorativi nel tempo prestabilito; dove se anche a 50 anni avessi voglia di rimettermi a studiare, lo Stato mi supporterebbe anche economicamente. E tanto altro che adesso non mi viene in mente.

L’Italia è un bellissimo Paese sotto molti, moltissimi aspetti. È per questo che ci torno molto volentieri, in vacanza.

*Una volta a un colloquio di lavoro, il futuro capo mi chiese quanto volevo per accettare il posto. Risposi con una cifra. Ottenni il lavoro e mi offrirono uno stipendio superiore a quello che avevo chiesto.

Il bollettino del Terrore

27 ottobre 2020

Scrive l’agenzia Ansa del 27 ottobre 2020:

La Svezia, l’unico Paese al mondo che non ha mai imposto il lockdown, ha registrato 1.870 nuovi casi di coronavirus in 24 ore, il numero più alto dall’inizio della pandemia. Lo riporta il Guardian. Secondo l’Agenzia della salute svedese, in primavera i casi sono stati molti più ma non sono stati registrati per la mancanza di test. Il record precedente di casi di Covid-19 era stato 1.698 a fine giugno. Le vittime di coronavirus in Svezia sono 5.918.

Il dato è giusto. Peccato che è completamente decontestualizzato e – seppur scritto in maniera neutra – tende a spaventare il lettore e dare una lettura parziale della situazione svedese.

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Pillole di Svezia/14

25 aprile 2019

In Svezia si fa la fila, sempre e dovunque.

Una normale fermata dell’autobus svedese

A che punto siamo con “l’unione” nell’Unione Europea

9 ottobre 2018

Un piccolo articolo che ho scritto qualche settimana fa per la ONG Mistral, che si occupa di promuovere e rafforzare i diritti dei cittadini europei all’interno dell’UE.

Quattro interviste a quattro cittadini italiani che raccontano come trasferirsi da un Paese all’altro in Europa non sia così semplice e anche come la situazione in Svezia non sia tutta rose e fiori come alcuni in Italia credono.


Voices from EU citizens

Mistral has conducted interviews with four EU citizens. Here are their stories.
«I had problems with more or less all public agencies: with the Tax Office, with the Employment authority, even with the banks. Everywhere I went, I was never able to get full and complete information, it was always partial and sometimes also incorrect».
The story of Annamaria Vercellone, 58 years old from Vercelli, is similar to the one of many others European migrants, not only Italians: They move to Sweden convinced by the work opportunities the European Union offers, but they are faced with a reality that is very different from the one described in the medias and by the institutions. In practice what is a fundamental principle of the EU, the free movement of workers, is being hampered by government agencies that place many obstacles and limits to its application. Bureaucracy and lack of knowledge often come into the way of a correct application of the free movement of persons.

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Cucina italiano

25 settembre 2018

A volte basta l’insegna per distinguere un vero ristorante italiano da uno finto.

Un approfondimento sul “caso” Elin Ersson

27 luglio 2018

Elin Ersson è una studentessa e attivista svedese di 21 anni balzata recentemente alle cronache mondiali grazie a questa protesta.

Per farla breve, la giovane ha postato un video su Facebook in cui si è opposta al rimpatrio di un cittadino afghano. Ersson, rifiutando di sedersi, ha interrotto le operazioni di decollo costringendo il capitano dell’aereo a far scendere dal velivolo sia lei che il cittadino afghano.

“Vittoria!” gridano tutti.

Bah, vediamo meglio come sono andate le cose in realtà.

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La carbonara secondo gli svedesi

30 Maggio 2018

L’altro giorno la mia ragazza ha voluto fare una cosa gentile e mi ha cucinato una pasta alla carbonara. Siccome però non è italiana, ha cercato la ricetta su Internet e l’ha ripetuta.

Ha preso la ricetta dal sito della Arla, l’azienda di latticini più famosa di Svezia, un po’ come fosse la Parmalat o la Granarolo in Italia.

La ricetta per quattro persone prevede:

– 300 g di spaghetti

– 150 g di maiale affumicato

– burro

– 0,5 dl di panna da cucina

– mezzo cucchiaino di sale

– uno spicchio d’aglio tritato finemente

– 3 dl di formaggio filante (tipo “pizzottella”, per intenderci)

– pepe nero

– 4 tuorli d’uovo

Ci sarebbe già molto da dire sugli ingredienti (l’uso della panna per esempio è contestato, anche se – come dice Sergio Caputo – un po’ ci vuole. Poi: maiale affumicato? E soprattutto… il formaggio filante??).

Ma la cosa più mostruosa arriva con la preparazione:

Fai bollire gli spaghetti. Affettare il maiale in dadini. Friggere il maiale tritato in una padella col burro. Sbattete insieme la panna, il sale, l’aglio e metà del formaggio filante. Mescolare il composto di maiale e formaggio negli spaghetti cotti e mescolare energicamente fino ad ottenere una consistenza cremosa. Cospargere la pasta con il resto del formaggio e il pepe. Servire la pasta con il tuorlo d’uovo (un tuorlo sopra ogni porzione).

Per chi volesse fare fact checking, ecco il link alla mostruosità svedese.

Buon appetito!

 

 

Per indimenticabili momenti di coppia

13 dicembre 2017

Un normale bagno in un ristorante di Stoccolma