Qualche giorno fa sono tornato a L’Aquila. Erano un paio di anni che non ci andavo ed è stato interessante constatare di persona come procedeva la situazione.
Seppur lentamente, la ricostruzione è partita: le macerie stanno pian piano sparendo dal centro. Ma non è abbastanza. Sono passati quattro anni e tre mesi, ed esiste ancora una zona rossa inaccessibile e con i militari a presidio. Camminando in mezzo ai palazzi sventrati dal sisma, quello che ho notato rispetto all’ultima volta è una maggiore vitalità della città. Non fosse altro che per i lavori in corso, ho avuto l’impressione che L’Aquila non sia più abbandonata a se stessa. Certo, camminare per le vie del centro continua a essere doloroso e angosciante: le case sono vuote, i portoni dei palazzi aperti alla mercé di tutti, i negozi chiusi e vuoti, gli edifici puntellati.
Sono poi stato ad Onna, la frazione che più di ogni altra ha patito il sisma: 41 morti su circa 350 abitanti; 80% delle case distrutte, il restante 20 inagibile. Qui il Governo ha praticamente ricostruito una nuova città accanto a quella distrutta. (more…)