Posts Tagged ‘robot’

Pillole di Svezia/10

1 luglio 2015

In questi giorni sto lavorando a un trasloco per conto di una azienda in Svezia che si trasferisce in un altro edificio.

Ed è una follia. Perché – utilizzando le parole che mi sono state riferite – in Svezia “la ditta che si occupa del trasloco non è ‘contenta’ se tutto il materiale non è messo negli appositi scatoloni“.

Quindi bisogna comprare (con una spesa non indifferente) decine di scatoloni dove mettere tutto quello che è presente negli uffici. Le classiche scatole di cartone tipo queste: (more…)

Un automa decide il futuro dell’Italia

17 aprile 2012

Scritto da Marcello Foa per il giornale.it

E’ più di una sensazione. Quando ascolto Mario Monti alla radio, e non sono suggestionato dalle immagini, ho l’impressione che il premier parli come un automa e non solo perchè il tono monocorde non lascia trapelare nessuna emozione, mai, nè positiva nè negativa, nè di rabbia nè di gioia. A colpirmi è la cadenza: raramente è fluida, ma sempre cadenzata, quasi sincopata, Monti lascia sovente un intervallo tra una parola e l’altra, anche le più semplici. E la dizione è piatta, quasi automatica. (more…)

Il peggiore trentenne del Giappone

26 agosto 2010

LA MADRE BUTTA VIA I ROBOTTINI, LUI INCENDIA LA CASA!

(Mi piacerebbe conoscerlo)

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TOKYO – Ha dato fuoco alla casa perché la madre aveva buttato i suoi robot. È successo in Giappone, Kasai, nella zona centro-occidentale dell’isola, e non si tratta di un baby-piromane, ma di un uomo di 30 anni infuriato perché la madre aveva rimosso circa 300 riproduzioni in miniatura di Gundam, protagonista di una serie di cartoni animati cult negli anni ’70, dagli scaffali della stanzetta.

SUICIDIO – L’incendiario ha spiegato di aver in «questo modo «cercato la morte» insieme ai modellini. Secondo quanto emerso nel processo a suo carico, l’uomo è accusato di aver sparso olio per la stufa nella sua stanza, e aver intenzionalmente appiccato il fuoco con un accendino riducendo in cenere l’intera casa, divisa su due piani, nell’agosto dello scorso anno. La madre, tuttavia, non si era disfatta dei robot, ma li aveva riposti facendo le pulizie della stanza. L’accusato ha spiegato il folle gesto adducendo sentimenti di «rabbia verso la famiglia» per non essere stato compreso. «I modellini erano parte del mio corpo e della mia anima – ha dichiarato tra lo sconcerto generale -. Quando li guardavo, sentivo tornare la forza necessaria per recarmi al lavoro il giorno seguente, indipendentemente da quanto fossero onerose le mie mansioni».