Posts Tagged ‘ribelli’
22 ottobre 2015
Scrive il New York Times:
WASHINGTON — The Army general in charge of the Pentagon’s failed $500 million program to train and equip Syrian rebels is leaving his job in the next few weeks, but is likely to be promoted and assigned a senior counterterrorism position here, American officials said on Monday.
Ovvero: Il generale dell’esercito a capo del fallito programma da 500 milioni di dollari per addestrare ed equipaggiare i ribelli siriani lascerà il proprio lavoro nelle prossime settimane, ma sarà probabilmente promosso e assegnato a una posizione di antiterrorismo qui [in America].
Notizia numero 1– Ulteriore ammissione ufficiale del fatto che esisteva un piano per addestrare e armare i ribelli (ma in fondo questo non fa quasi più notizia. O sì?);
Notizia numero 2– Il piano è costato ben 500 milioni di dollari. Cioè: in un Paese con 50 milioni di poveri, il Governo Usa si permette di spendere una vagonata di soldi solo per rovesciare un governante dall’altro lato della terra che non è allineato alle direttive americane… In un mondo normale questo provocherebbe un po’ di scandalo o – che so – almeno un po’ di indignazione. A quanto pare invece è tutto normale;
Notizia numero 3– Anche negli Stati Uniti la meritocrazia non funziona proprio bene;
Notizia numero 4– Cioè, davvero: 500 milioni di equipaggiamento e personale per addestrare degli assassini tagliagole?
Però… Bel lavoro Obama – Premio Nobel per la Pace 2009!
Segnalato da uno che segnala.
Tag:Bashar al Assad, contractor, finanziamenti americani, guerra civile, lavoro, meritocrazia, Nobel, Obama, pace, Putin, ribelli, Siria
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24 settembre 2014
Solo un veloce commento sui bombardamenti statunitensi contro le postazioni dell’Isis (il fantomatico Stato Islamico) in Siria.
Un commento veloce, dicevo. Infatti stamane ragionavo su una cosa, sul fatto che i recentissimi sviluppi della politica estera americana in Medio Oriente confermano e sottolineano tutta l’idiozia che pervade l’amministrazione Usa (qualunque sia il suo colore).
Obama adesso si trova ad essere alleato di coloro che fino a un anno fa erano i nemici assoluti, ovvero Bashar al Assad e l’Iran degli Ayatollah. Magari non un alleato ufficiale, ovviamente per una questione di immagine, ma certamente un alleato di fatto. Per dire: i bombardamenti in Siria sono stati possibili solo grazie al consenso del governo siriano.
In pratica gli Stati Uniti un anno fa armavano i ribelli in Siria e volevano bombardare Assad. Oggi combattono al fianco di Assad contro coloro che avevano armato fino a pochi mesi fa.
Questo denota idiozia e stupidità. O meglio, indica che la politica estera americana non si basa su analisi strategiche e geopolitiche a lungo termine, ma segue semplicemente le “spinte” delle lobby del momento. Manca totalmente un “progetto”, una visione. E questo, tornando a dove avevo cominciato, denota idiozia e stupidità.
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UPDATE: Come fa giustamente notare Marcello Foa sul suo blog, gli americani sono soliti a questo tipo di politica:
Fu la Cia ad armare i mujaheddin e Bin Laden contro i sovietici; poi Bin Laden è diventato il nemico numero uno degli Stati Uniti. Fu Washington a sostenere Saddam contro l’Iran, poi Saddam è diventato il nuovo Hitler.
[…]
Le ultime guerre americane non hanno mai risolto il problema, semmai lo hanno peggiorato. A cosa sono servite davvero? E quale sarà l’effetto finale di quella appena iniziata contro l’Isis?
Tag:America, Bashar al Assad, Cosa succede davvero in Siria, guerra civile, Iran, Isis, islam, medio oriente, Obama, politica estera, ribelli, Siria, Stati Uniti, Usa
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11 settembre 2013
Riporto di seguito alcuni stralci del racconto di Domenico Quirico del suo sequestro in Siria per mano dei cosiddetti “ribelli”. La lettura dell’articolo è molto utile per far capire cosa sta succedendo in Siria e quali sono le forze in campo che stanno combattendo contro il governo di Bashar al Assad.
Fra parentesi e in corsivo, alcune mie note per far capire meglio il testo e alcune considerazioni.
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Il racconto di Domenico Quirico
“Io, tra bombe, fughe e umiliazioni”
Di Domenico Quirico per la Stampa
[…] All’uscita della città (Al Qusayr) siamo stati affrontati da due pick-up con a bordo uomini con il viso coperto. Ci hanno fatto salire sui loro mezzi, poi ci hanno portato in una casa e ci hanno picchiato sostenendo di essere uomini della polizia di regime. Nei giorni successivi invece abbiamo scoperto che non era vero, perché erano dei ferventi islamisti che pregavano cinque volte al giorno il loro Dio in modo flautato e dotto. Poi, il venerdì hanno ascoltato la predica di un predicatore che sosteneva la jihad contro Assad. Ma la prova decisiva l’abbiamo avuta quando siamo stati bombardati dall’aviazione: era chiaro che quelli che ci tenevano in ostaggio erano ribelli.
[…]
Questo Abu Omar (il capo dei sequestratori) copre con una vernice islamista i suoi traffici, le sue attività illecite, e collabora con il gruppo che successivamente ci ha preso in carico, Al Faruk.
Al Faruk è una brigata molto nota della rivoluzione siriana, fa parte del Consiglio nazionale siriano, e i suoi rappresentanti incontrano i governi europei. (more…)
Tag:152 giorni, Armi chimiche, Bashar al Assad, Domenico Quirico, guerra civile, La Stampa, Obama, Putin, ribelli, sequestro, Siria, terroristi
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9 settembre 2013
Il giornalista della Stampa Domenico Quirico è stato fortunatamente liberato. E adesso già iniziano a trapelare gli orrori e le sevizie che i cosiddetti “ribelli” gli hanno inferto.
Con lui era prigioniero anche Pierre Piccinin, un professor belga, che al quotidiano le Soir ha raccontato alcune cose interessanti:
Piccinin interviene anche su un tema fondamentale in vista del possibile attacco alla Siria. «È un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco» dice il professore alla radio RTL-TVi, dicendo di avere sorpreso una conversazione tra ribelli in proposito insieme a Quirico.
Fonte: Corriere.it
Tag:Armi chimiche, Bashar al Assad, Cosa succede davvero in Siria, Damasco, Domenico Quirico, La Stampa, le Soir, Pierre Piccinin, ribelli, Siria
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28 agosto 2013
Riporto sotto parte di un articolo storico e di analisi di Gian Micalessin per il Giornale.
Micalessin è uno dei migliori, più famosi e rispettati inviati di guerra italiani.
Questo post è dedicato a chi continua ad accusarmi di essere pazzo.
A parte Obama, Cameron e la stampa di regime (quello vero, quello dell’ignoranza), tutti gli analisti internazionali esprimono dubbi sull’intervento in Siria e sul presunto attacco chimico del regime di Assad.
Sarò pazzo e complottista, ma sono in ottima compagnia.
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Siria ed Egitto come la Libia: islamisti campioni di inganni
di Gian Micalessin per il Giornale
[…] Le immagini di Ghouta, la località dove il governo avrebbe usato i gas sono devastanti dal punto di vista emozionale, ma assai ambigue dal punto di vista documentale. La contraddizione più evidente è la mancanza di protezioni da parte dei presunti sanitari arrivati a soccorrere le vittime. L’altra è la sistematica plateale teatralità con cui i bambini deceduti vengono allineati davanti agli obbiettivi. Ad Halabja nel marzo 1988 i gas di Saddam non fecero distinzione tra vittime e soccorritori e sterminarono chiunque non si fosse allontanato. A Ghouta nessuno fugge, non c’è un clima di panico e gli ospedali continuano a funzionare. L’impressione è di un attacco circostanziato e molto limitato. E questo fa sorgere due grossi interrogativi. Perché Assad avrebbe atteso due anni e mezzo prima di usare i gas salvo poi impiegarli sotto gli occhi degli osservatori dell’Onu? E soprattutto perché incominciare da una zona dove il regime non è militarmente in difficoltà e dove non viene sfruttato il vantaggio tattico offerto dall’arma chimica per riconquistare il territorio e nascondere le prove?
Fonte: il Giornale (clicca per leggere l’articolo completo)
Tag:Armi chimiche, Bashar al Assad, Cameron, gas, Ghouta, Gian Micalessin, guerra civile, Il Giornale, Obama, ribelli, Siria
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17 luglio 2013
Mentre in Siria si continua a combattere, l’orientamento internazionale che si sta sviluppando intorno alla guerra civile prende sempre di più la piega che avevo spiegato qualche giorno fa.
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STOP DI LONDRA ALLE ARMI ANTI ASSAD
di Claudio Gallo per La Stampa
La crisi economica che non accenna a finire, la complessità della situazione sul campo per cui una parte degli alleati di oggi rischia di diventare il nemico di domani: l’occidente non sembra più così convinto che armare i ribelli siriani sia un affare. La scorsa settimana una commissione del Senato americano ha bloccato l’invio di armi all’opposizione anti-Assad perché, ha concluso, la fornitura non serve a mutare gli equilibri sul campo, e c’è il rischio che le armi cadano nelle mani degli estremisti islamici. Ieri, dopo aver fatto negli ultimi mesi la voce grossa, il premier britannico Cameron è tornato sulle vecchie posizioni prudenti: «Non abbiamo preso alcuna decisione sulle armi ai ribelli – ha detto – ma è molto importante che continuiamo a lavorare con loro». In ogni caso il premier ha ripetuto le parole del ministro degli Esteri Hague: «Nessuna decisione sarà presa senza consultare il parlamento».
(more…)
Tag:Arabia Saudita, Bashar al Assad, David Cameron, guerra civile, Obama, Regno Unito, ribelli, Siria, Stati Uniti, Usa
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7 luglio 2013
Geniale scritto di Alessandra Daniele.
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– Buongiorno. Che ne pensa della Siria?
– Preferisco restare con l’Enel.
– Non sono un piazzista di contratti – dice lo sconosciuto, compunto – Sono venuto a comunicarle che il governo siriano ha usato armi chimiche contro i ribelli.
– E quindi?
– S’impone un’ ingerenza umanitaria.
– Ah… ho capito. L’inverno è stato lungo, avete finito il gasolio. Vi serve la Siria.
– Ma no, è un’iniziativa umanitaria…
– Senta, stavolta risparmiatemi le balle. Volete la Siria? Provate a prendervela, e non rompetemi i coglioni – L’uomo cerca di richiudere la porta. L’altro la blocca col piede.
– Ma se noi agissimo senza un’adeguata giustificazione, lei s’indignerebbe. Manifesterebbe. Turberebbe l’ordine pubblico.
– Se avessi tempo per turbare l’ordine pubblico, lo farei perché non arrivo a fine mese.
– Quindi possiamo procedere col suo silenzio-assenso?
– Tanto procedereste lo stesso.
– L’uomo prova ancora a chiudere la porta. L’altro estrae una fotografia.
– E possiamo abbattere questo crudele tiranno?
– Fabio Fazio?
– No, è Assad, l’efferato dittatore siriano.
– Preferirei se abbatteste anche Fazio, comunque fate pure.
– L’altro toglie il piede dalla porta
– Benissimo. La ringrazio per la disponibilità – sorride – arrivederci alla prossima.
Fonte: Carmillaonline.com
Tag:Alessandra Daniele, Bashar al Assad, Carmilla, guerra civile, opinione pubblica, ribelli, Siria
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3 luglio 2013
Di Valerio Pierantozzi per EastJournal.net
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Chi ha paura ancora dell’America? O peggio, chi rispetta ancora gli Stati Uniti? La vicenda di Ed Snowden ha messo di nuovo sotto gli occhi di tutti l’impotenza dell’attuale amministrazione americana nel dettare legge in campo internazionale. Quello che una volta era il Paese più temuto, rispettato, autorevole e ascoltato sia dai propri alleati che dai propri nemici, adesso sembra aver perso parecchio del suo smalto.
Il nuovo Assange
Edward Joseph Snowden è un cittadino statunitense di 30 anni che lavorava come tecnico informatico per la Booz Allen Hamilton, azienda di tecnologia informatica consulente della Nsa, la National Security Agency, ovvero una delle organizzazioni statunitensi che si occupano della sicurezza nazionale. Snowden si trovava in congedo temporaneo quando il 20 maggio scorso volò verso Hong Kong. Si trovava ancora nell’ex colonia britannica quando le prime informazioni sulla Nsa cominciarono a trapelare sui giornali. Da quel momento e per quasi la totalità di giugno, è stato coinvolto in una serie di rivelazioni che molti hanno definito come le più importanti della storia della Nsa.
Non è intenzione del presente articolo entrare nello specifico dell’analisi riguardante lo scandalo chiamato “Datagate”. Piuttosto si vuole sottolineare come da allora Snowden sia diventato il ricercato numero uno per gli Stati Uniti. Agli occhi del pubblico, invece, è diventato il nuovo Julian Assange, paladino della libertà di informazione nel mondo.
Estradizione
Il governo americano sta cercando in tutti i modi di ottenere l’estradizione di Snowden. Per Obama è soprattutto una questione di immagine e di deterrenza. È fortemente probabile infatti che l’ex funzionario non abbia agito da solo e faccia parte di una strategia più ampia (forse di lotta interna ai servizi statunitensi). Tutti i responsabili della fuga di notizie riservate saranno cercati con calma e sottotraccia, come si confà a una vera agenzia di intelligence. Tuttavia gli Stati Uniti non possono permettersi di lasciare impunito l’ex funzionario: rappresenterebbe un messaggio estremamente negativo e un colpo molto forte alla propria credibilità. Nel caso la passasse liscia, Snowden potrebbe trovare molti altri emulatori. E ciò non è in alcun modo ammissibile.
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Tag:Assad, datagate, Ed Snowden, Nsa, Obama, Putin, ribelli, Russia, Siria, Stati Uniti
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27 giugno 2013
Roland Dumas, ex ministro degli Esteri in Francia, durante una trasmissione televisiva d’Oltralpe.
Dumas – “Ho incontrato dei funzionari inglesi, miei amici, che preparavano un qualche cosa in Siria. L’Inghilterra, e non l’America, preparava l’invasione dei ribelli in Siria. E mi domandarono, in quanto ex ministro degli Esteri, se avessi mai potuto partecipare a una cosa del genere. Avrei chiaramente risposto: ‘Io sono francese, la cosa non mi interessa’. Ma tutto ciò è per dire che questa operazione proviene da molto lontano”.
Intervistatore- “E scusi, con quale obiettivo?”
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Tag:Bashar al Assad, francia, guerra civile, Inghilterra, invasione, Israele, ribelli, Roland Dumas, Siria
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