Posts Tagged ‘quotidiani’

La (ridicola) mafietta di carta

15 dicembre 2014

[…] Anche in questo caso la storia è assai misera. E non ha nulla della grandiosità tragica delle mafie. Le storie dei giornalisti italiani sono storie di Inpgi e Casagit, di pensioni che stanno per maturare, di piccoli privilegi di persone stanche e ciniche, che in gioventù hanno sognato il mestiere più gratificante del mondo e oggi attendono il prossimo invito al talk tv. Incrociate e riconosciute per strada, ma sempre più disintermediate, come si dice ora.

Di qui chiusure, frustrazioni, disperate difese di posizioni. E si fottano i giovani che sono dietro. Che magari sono pure bravi, ma non sanno e non possono aprire la guerra della rottamazione nelle redazioni che sono dei soviet, con direttori che restano imbalsamati per decenni, tra copie che crollano e colophon che crescono a dismisura per tenere a bada gli impazienti. Niente mafia, insomma, anche in questo caso. Il capitolo finale della storia dei giornali italiani è solo una piccola vicenda di privilegi, bollini e umanissime miserie.

Claudio Velardi per Il Foglio

Pubblicità e notizie

19 luglio 2014

Chiunque fa quotidiani, sa che bisogna prestare molta attenzione a dove si inseriscono le pubblicità. Sul Web le regole sono le stesse. E questo è un ottimo esempio di come non si deve fare:

ilcentro.it - sabato 19 luglio - ore 10,20

ilcentro.it – sabato 19 luglio – ore 10,20

La crisi dei giornali

30 settembre 2013

Si torna a parlare sui media di crisi dei giornali. L’occasione è l’annuncio da parte della proprietà di Repubblica del prepensionamento di 80 giornalisti della testata. Si discute dell’argomento sui giornali solo perché riguarda i giornalisti stessi, che continuano nella pratica comune dell’autodifesa della categoria. Perché se un’altra azienda delle dimensioni simili a quelle della proprietà di Repubblica avesse messo in prepensionamento 80 persone (non licenziate, ma “prepensionamento”), come notizia avrebbe a malapena occupato le pagine della cronaca locale.

Invece c’è già chi si straccia le vesti.

Barbara Palombelli sulle pagine del Foglio si prodiga nell’ennesima squallida difesa della Casta, piagnucolando che “in silenzio, con dignità e dolore, una generazione intera – i nati dal 1952 al 1957 – lascerà il giornalismo attivo”. La Palombelli però non si fa nemmeno trapassare di striscio dall’idea che le “giovani” generazioni (che giovani non lo sono più, ormai) – ovvero quelli nati negli anni ’80 – non vedranno probabilmente né le pensioni né le prepensioni. E questo per errori ed orrori che proprio la sua generazione ha collezionato nei decenni.

La crisi dei giornali incombe: tutti si lamentano, tutti piangono miseria, alcuni chiedono aiuto (ancora?) allo Stato, qualcuno prova a reagire. Ma quasi nessuno dice la verità: ovvero che i giornali non vendono perché fanno schifo.

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La verità che nessuno scrive sulla Casta dei giornali

4 aprile 2013

giornalista

“L’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, ha annunciato un piano triennale di ristrutturazione lacrime e sangue, ‘quel che la Merkel fa con il resto dell’Europa, per intenderci’: austerità pura, rigore nei conti, tagli drammatici. E il rilancio? Più avanti ci si penserà, forse…”.

Così scrive Paola Peduzzi per Il Foglio (che citerò varie volte nel corso del mio post).

La questione di cui si parla nell’articolo è che il gruppo Rcs, di cui il Corriere della Sera fa parte, deve fare dei drastici tagli per sopravvivere. Ma i giornalisti del Corrierone non ci stanno: “Nessun sacrificio, il quotidiano va bene. Se ci sono delle perdite in bilancio la colpa è degli altri”, strepita il Cdr (mostro multicefalo tipico dei giornali, sotto la cui sigla si cela il Comitato di redazione).

Ma non va bene proprio un cazzo, cari “colleghi” del Corriere.

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Io non leggo chi sfrutta: il 7 e 8 ottobre sciopero dei lettori

14 settembre 2011

via Vittorio Pasteris blog

Re:fusi in collaborazione con il coordinamento romano “Errori di stampa” lancia una campagna su Facebook in occasione del lancio della “Carta di Firenze”: il 7 e 8 ottobre facciamo lo “sciopero dei lettori” per dare un segnale forte contro il precariato dei giornalisti.

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