A proposito di quello che dicevo qualche giorno fa, Paolo Cirino Pomicino – ex ministro e parlamentare, esponente di punta di quella che è stata definita la Prima Repubblica – scrive una lettera al Foglio, criticando le scelte attuali del Governo e anche una certa ipocrisia dei media.
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L’indignazione è forte, fortissima. Né ci può confortare il fatto di averlo anticipato e denunciato da almeno 15 anni a questa parte. Ci riferiamo al passaggio di mano del controllo di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica, ultima tappa di una spoliazione del sistema produttivo italiano iniziato con la fine della Prima Repubblica.
Da domani potremo essere l’unica grande democrazia europea priva di un’azienda nazionale di telecomunicazioni.
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Nelle polemiche degli anni Novanta fummo tacciati di antica vocazione statalista allorquando contrastavamo lo sciagurato disegno delle privatizzazioni purchessia con la scusa di dover ridurre il debito pubblico. In vent’anni abbiamo venduto aziende o quote di maggioranza di aziende strategiche per circa 160 miliardi di euro e il nostro debito pubblico è aumentato di ben 1.200 mld di euro a fronte degli 839 mld lasciati in eredità da quella Prima Repubblica.