di Kaspar Hauser per L’Irregolare
Un partito dalla cultura liberale e moderatamente liberista in economia, già capace di approvare la deregolamentazione finanziaria (quella che, tra l’altro, ha fatto cadere la distinzione tra banche d’investimento e banche di risparmio permettendo a tutti gli istituti di credito una “finanziarizzazione” che si è tradotta con la vendita di derivati alle vecchine). Un partito nazionalista, con tante bandierine per festeggiare il centocinquantenario dell’unità d’Italia e un bel simbolo tricolore. Un partito che, nel Parlamento Europeo siede nell’Alde (Alleanza dei democratici e liberali d’Europa) e non nel Partito socialista europeo (Pse). Un partito del tutto integrato nell’agone politico nazionale, in cerca di poteri forti (abbiamo una banca?) e connivenze (la legge sul conflitto d’interesse certo non poteva farla la Lega Nord). Un partito devoto (l’uomo in barcavela tentò con ogni mezzo di entrare nell’Ordine Piano) a vocazione francescana. Un partito europeista che, dimentico di Spinelli, carezza i sonni della Bce.