Posts Tagged ‘Nsa’

Giornalismo, sicurezza e libertà

21 novembre 2013

Qual è il confine tra il diritto di un giornalista a dare le notizie e l’obbligo a non mettere in pericolo qualcuno rivelando attività segrete di governo?

Ne hanno parlato in un convegno alcuni giornalisti autorevoli prendendo spunto dallo scandalo “Datagate”, la vicenda che ha coinvolto Edward Snowden, l’ex funzionario della Nsa che ha svelato molte attività moralmente e legalmente discutibili dei servizi segreti americani.

Repubblica ha riportato uno stralcio di cosa si sono detti i professionisti dell’informazione. Molto interessante e condivisibile è quello che ha detto Sylvie Kauffmann, direttore editoriale di Le Monde:

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Gli Stati Uniti fanno ancora paura? La sfida (non solo) di Mosca

3 luglio 2013

Di Valerio Pierantozzi per EastJournal.net

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Chi ha paura ancora dell’America? O peggio, chi rispetta ancora gli Stati Uniti? La vicenda di Ed Snowden ha messo di nuovo sotto gli occhi di tutti l’impotenza dell’attuale amministrazione americana nel dettare legge in campo internazionale. Quello che una volta era il Paese più temuto, rispettato, autorevole e ascoltato sia dai propri alleati che dai propri nemici, adesso sembra aver perso parecchio del suo smalto.

Il nuovo Assange

Edward Joseph Snowden è un cittadino statunitense di 30 anni che lavorava come tecnico informatico per la Booz Allen Hamilton, azienda di tecnologia informatica consulente della Nsa, la National Security Agency, ovvero una delle organizzazioni statunitensi che si occupano della sicurezza nazionale. Snowden si trovava in congedo temporaneo quando il 20 maggio scorso volò verso Hong Kong. Si trovava ancora nell’ex colonia britannica quando le prime informazioni sulla Nsa cominciarono a trapelare sui giornali. Da quel momento e per quasi la totalità di giugno, è stato coinvolto in una serie di rivelazioni che molti hanno definito come le più importanti della storia della Nsa.
Non è intenzione del presente articolo entrare nello specifico dell’analisi riguardante lo scandalo chiamato “Datagate”. Piuttosto si vuole sottolineare come da allora Snowden sia diventato il ricercato numero uno per gli Stati Uniti. Agli occhi del pubblico, invece, è diventato il nuovo Julian Assange, paladino della libertà di informazione nel mondo.

Estradizione

Il governo americano sta cercando in tutti i modi di ottenere l’estradizione di Snowden. Per Obama è soprattutto una questione di immagine e di deterrenza. È fortemente probabile infatti che l’ex funzionario non abbia agito da solo e faccia parte di una strategia più ampia (forse di lotta interna ai servizi statunitensi). Tutti i responsabili della fuga di notizie riservate saranno cercati con calma e sottotraccia, come si confà a una vera agenzia di intelligence. Tuttavia gli Stati Uniti non possono permettersi di lasciare impunito l’ex funzionario: rappresenterebbe un messaggio estremamente negativo e un colpo molto forte alla propria credibilità. Nel caso la passasse liscia, Snowden potrebbe trovare molti altri emulatori. E ciò non è in alcun modo ammissibile.

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Passato o presente?

4 Maggio 2011

[…] Il momento decisivo arrivò nel 1951, quando l’Iran si ribellò contro una compagnia petrolifera britannica che stava sfruttando le sue risorse naturali e il suo popolo. La compagnia era il precursore della British Petroleum, l’attuale BP. Per contrastarla, il primo ministro iraniano Mohammed Mossadeq, democraticamente eletto e molto popolare (nominato Uomo dell’anno dalla rivista Time nel 1951), nazionalizzò l’intero patrimonio petrolifero iraniano. Indignata, l’Inghilterra cercò aiuto presso il suo alleato della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti. Tuttavia, entrambi i paesi temevano che una rappresaglia militare avrebbe portato l’Unione Sovietica a intervenire in favore dell’Iran.

Invece di inviare i marine, quindi, Washington spedì l’agente della CIA Kermit Roosevelt (nipote di Theodore), il quale agì brillantemente, persuadendo un gran numero di persone a suon di tangenti e minacce e reclutandole per organizzare una serie di rivolte e dimostrazioni violente, creando quindi l’impressione che Mossadeq fosse incapace e impopolare. Alla fine , il primo ministro cadde e passò il resto della sua vita agli arresti domiciliari. Lo scià Mohammed Reza, alleato degli Stati Uniti, divenne il dittatore incontrastato. Kermit Roosevelt aveva preparato il terreno per una nuova professione, quella che io stavo abbracciando [il Sicario dell’Economia, ndr] (1).

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Complottismi

27 agosto 2010

Stati Uniti: Barack Obama è una invenzione della Cia

WASHINGTON – Un nuovo rapporto uscito negli Usa sostiene che il presidente Barack Obama sarebbe una invenzione della Cia e solleva domande nuove sul passato e gli aspetti oscuri della vita dell’attuale presidente. Secondo PressTv, l’autore del rapporto è il giornalista investigativo americano ed ex impiegato della National Security Agency Wayne Madsen che dice che Obama, proprio come i suoi genitori, il suo patrigno e sua nonna ha avuto profondi legami con la Cia ed ambienti dell’alta finanza come le famiglie Rothschild e Rockefeller. Madsen ha messo insieme un’estesa di prove e documenti, in tre parti, che dimostra che Barack Obama padre, Stanley Ann Dunham (la madre di Obama), Lolo Soetoro (il patrigno indonesiano di Obama) e lo stesso Barack Obama hanno avuto stretti legami con la Cia e le agenzie d’intelligence. Madsen ha fatto uso di documenti di dominio pubblico ritrovati negli archivi di stato. “Io non vedo alcun cambiamento e per certi aspetti io penso che lui sia peggiore del precedente presidente Bush. Sarebbe stato giusto che queste informazioni fossero state reperibili durante la campagnia elettorale. Obama, non a caso, ha sempre sostenuto con forza la Cia ed ha lodato loro in un discorso invece di occuparsi dei casi di tortura ed abusi registrati a Guantanamo e all’estero”, ha detto Madsen. Il giornalista ha inoltre scoperto che “Barry Soetoro” sarebbe il vero nome di Barack Obama e che molti dati sul passato del presidente corrispondono a questo nome.