Posts Tagged ‘Marcello Veneziani’

Libertà

6 febbraio 2020

C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.

Marcello Veneziani

La Croce che uccide

2 Maggio 2014

Io, invece, avevo pensato che Qualcuno dall’alto avesse voluto comunicarci cosa pensa dei due papi in questione, appena santificati….

IN HOC SIGNO MEMENTO MORI
di Marcello Veneziani

Sarà solo un fatto di cronaca, un caso, una disgrazia accidentale. Del crocifisso dedicato a Wojtyla, caduto su un ragazzo disabile che abitava in via Giovanni XXIII, tutti hanno detto così. Ma non tutti l’hanno pensato. E la rete si è riempita di blog profetici. Per chi non crede alla fede e ai miracoli, è solo superstizione. Ma la Chiesa, la Chiesa che vive nel segno della fede e della presenza del divino nella storia umana, la Chiesa che figura un Dio partecipe alla vita degli uomini e che combatte ogni giorno col Demonio, anch’esso attivo sulla terra, come ripete Papa Francesco, la Chiesa che si accinge a proclamare proprio quei due papi prima citati come santi in virtù dei miracoli, può davvero far finta di nulla e dire che si è trattato di caso e disgrazia? Se credi ai miracoli devi credere anche al loro rovescio.

La Chiesa che per millenni ha vissuto nel solco di quei segni, e nella Croce apparsa in cielo ha edificato il suo cammino e convertito gli imperi (in hoc signo vinces), potrà non dar peso a quel segno? Così fu con la colomba: se usi la colomba come simbolo di pace, non puoi negare poi valore simbolico alla colomba papale uccisa in san Pietro da un corvo. La Chiesa che è madre dei simboli e parla il linguaggio dei simboli, non può ignorare ora il funesto presagio del suo simbolo supremo, la Croce. Se lo fa, finge, per rassicurare i fedeli come bambini; o peggio dichiara finzione tutto quello in cui fa credere i suoi devoti. La Croce è un simbolo schiacciante, non può eluderlo…

Fonte: il Giornale

Mostri giuridici

19 ottobre 2013

Per ricollegarmi a quanto da me detto qualche settimana fa, ecco un ottimo articolo di Marcello Veneziani.

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Non ce ne stiamo accorgendo ma, nel giro di poche settimane, la repubblica di Napolitano e della Boldrini, del ministro Kyenge e dei volenterosi manovali del Parlamento, sta stravolgendo lo Stato di diritto e il senso della giustizia col plauso dei media.

Viene introdotto il reato di omofobia, nasce cioè un reato dedicato in esclusiva; viene introdotto il femminicidio, cioè viene stabilito che c’è un omicidio più omicidio degli altri; viene negato il reato di immigrazione clandestina e dunque la cittadinanza non ha più valore; viene introdotto il reato di negazionismo, valido solo per la shoah.

Vengono così stravolti i principi su cui si fonda ogni civiltà giuridica: l’universalità della norma che deve valere per tutti, il principio più volte sbandierato e poi di fatto calpestato, della legge uguale per tutti; viene punito col carcere il reato d’opinione, e colpendo solo certe opinioni; viene sancita la discriminazione di genere, a tutela di alcune minoranze; è vanificata l’opera del giudice nell’individuare eventuali aggravanti nei reati giudicati perché vengono indicate a priori quelle rilevanti e dunque sono suggerite pure quelle irrilevanti.

Usano l’eccezione per colpire la norma, piegano le leggi a campagne ideologico-emotive e le rendono variabili. Sfasciano la giustizia col plauso dei giustizialisti, uccidono la libertà e l’uguaglianza, il diritto e la tolleranza nel nome della libertà e dell’uguaglianza, del diritto e della tolleranza.

Un mostro. E se provi a dirlo, il mostro sei tu, a suon di legge.

Fonte: ilgiornale.it

La destra italiana, morta di mediocrità

13 giugno 2013

di Marcello Veneziani per Il Giornale

Non è morta d’identità ma di nientità, non è morta di estremismo ma di mediocrità. Non è morta di saluti romani ma d’imitazioni maldestre. La sua scomparsa non lascia tracce di sé. Nessuna delle critiche di gestione mosse alla destra si può attribuire alla sua storia, alla sua indole e ai suoi valori; anche gli aspetti peggiori, come quelli che hanno preso il nome e il faccione simbolico di Fiorito, non nascono dalla sua storia. Erano modi di adeguarsi all’andazzo, tentativi di mostrare che erano uomini di mondo, sapevano stare al potere e in società, sanno come si usa, non sono mica fessi.

A volte si sono adeguati alla caricatura del berlusconismo, uniformandosi al suo lato peggiore. A volte hanno cercato di compiacere la sinistra, i poteri che contano, i media ostili. Senza peraltro riuscirci. Hanno avuto paura di spingersi troppo, di osare. Temevano di perdere il posto, ma l’hanno perso lo stesso, perdipiù senza gloria e senza la gratitudine dei loro elettori di sempre.

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Mishima, l’eterna giovinezza di un samurai

25 novembre 2010

Il 25 novembre 1970, 40 anni fa, moriva Yukio Mishima. Lo scrittore e intellettuale giapponese si tolse la vita facendo seppuku. Marcello Veneziani ne ricorda la figura e l’influenza che ebbe – e che ha – su molti giovani italiani.

Yukio Mishima

Andammo in palestra, dopo quel libro, tra i manubri e i pesi, sulla scia di Mishima e del suo acciaio per scolpire il corpo all’altezza dei pensieri e per dare una vita ardita a un’indole intellettuale. Correvamo a torso nudo d’inverno con alcuni pazzi amici per andare incontro al sole. Dopo una corsa di dieci chilometri c’era un ponte che era la nostra meta finale perché sembrava che corressimo verso il cielo.

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Contra Venetianes

28 settembre 2010

VENEZIANI, I MARTIRI DELL’IDEA E QUELLI DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE DELLA RAI

Sul sito Destra di popolo (diretto da Riccardo Fucile), una risposta “per le rime” a Marcello Veneziani, e al suo articolo contro Gianfranco Fini pubblicato sul Giornale qualche giorno fa e postato anche da me.

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MARCELLO, PERCHE’ NON RICORDIAMO  I TEMPI DEL “NON E’ MAI STATO ISCRITTO AL PARTITO” O DI  QUANDO I NOTABILI SI CONTENDEVANO LE BARE DEI RAGAZZI DI DESTRA?….REMUNERATI DALLE “CASE” EDITRICI DI SILVIO, ORA ACCUSANO FINI DI AVER SVENDUTO “I SACRIFICI DEI NOSTRI GIOVANI MARTIRI”

Abbiamo letto dalle colonne de “il Giornale” il pezzo di Marcello Veneziani, una delletante speranze della giovane cultura di destra degli anni ‘80, passato dal denunciare “il male americano” alla fase senile del compiacimento nel  potersi sedersi alla corte di un sovrano che notoriamente ama la cultura a stella e strisce più di ogni altra cosa (veline a parte).

Nessuno vieta di cambiare idea nella vita, come di farsi nominare, a suo tempo, in quota An nel non certo gratuito posto di consigliere di amministrazione della Rai.
Sono scelte personali.

Ma proprio per la stima che avevo (e che non ho più) per Marcello, avrei preferito che il suo passaggio tra i berluscones avvenisse senza che dovesse trovare ad ogni costo una giustificazione che non fosse l’italico “tengo famiglia”. (more…)

Gianfranco, Marcello, Marco, Pietrangelo. Storie di giovani missini

26 settembre 2010

Marcello Veneziani per Il Giornale

Io so chi c’è dietro le carte che accusano Fini. So chi le ispira, conosco bene il mandante. Non c’entra affatto con Palazzo Chigi, i servizi segreti, il governo di Santa Lucia. È un ragazzo di quindici anni che si iscrisse alla Giovane Italia. Sognava un’Italia migliore, amava la tradizione quanto la ribellione, detestava l’arroganza dei contestatori almeno quanto la viltà dei moderati, e si sedette dalla parte del torto, per gusto aspro di libertà. Portava in piazza la bandiera tricolore, si emozionava per storie antiche e comizi infiammati, pensava che solo i maledetti potessero dire la verità.

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