C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
Il proprietario, se non gli vai più a genio, ti caccia. È una realtà schifosa, ma questa è.
Siamo tutti liberi, certo. I giornalisti italiani sono i più liberi di attaccare l’asino dove vuole il padrone.
Vittorio Feltri – “Il Borghese”
Dubitare è l’unica forma di autodifesa. Per se stessi e per servire davvero il lettore.
“La verità è una sola e può essere ammesso solo il partito che si riconosce in questa verità. Tutti gli altri devono essere soppressi”
Louis Antoine de Sant Just
Oggi hanno arrestato Yoani Sanchez. E tutti i media del mondo si sono messi a urlare e protestare contro la mancanza di democrazia di Cuba e l’arresto a loro dire pretestuoso di una dissidente del regime dei Castro.
Nessuno invece fa caso ai dissidenti cubani arrestati negli Stati Uniti e in galera dal 1998.
Dissidenti sì, ma dal lato sbagliato. Infatti sono in galera (nelle democratiche celle americane) perché dagli Stati Uniti controllavano (e in pratica spiavano) le attività antigovernative dei cubani anticastristi residenti in Usa.
In pratica una versione segreta di quello che faceva la Sanchez, che denunciava le attività cubane, ma pubblicamente.
Questo perché molti cubani negli Stati Uniti partecipano ad azioni, anche violente, di eversione contro il governo castrista.
I cubani arrestati sono conosciuti in America come i Cuban Five (in Italia “I cinque di Miami”) e sono: Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González. Quest’ultimo è l’unico che è stato finora rilasciato, a ottobre 2011.
Il processo che li ha condannati, sostanzialmente per spionaggio nei confronti del Governo americano, è giudicato molto dubbio dai più.
In patria i cinque sono considerati degli eroi e difensori della libertà di Cuba.
Ma per loro il mondo tace, non strepita. Forse perché non hanno una connessione con cui poter mandare i loro articoli a El Pais…
Dalla rubrica “Il riempitivo”, di Pietrangelo Buttafuoco. Sul Foglio del 6 settembre.
L’infermiera Oksana parla di Gheddafi e dice: “Il Rais? Per noi era papi”. Ecco, facciamo un fermo immagine. Sovrapponiamo l’Italia alla Libia e seppure già il vocabolario e l’uso dei vezzeggiativi possano aiutare nella comparazione, invece che scherzarci sopra è quanto mai opportuno fare scongiuri. Ripetere in farsa la tragedia di Tripoli, ripeterla a Roma, insomma, sarebbe letale e non solo per la guerra civile ma per doverci poi sorbire qualche sermone da Londra e da Washington (e da Parigi) e ritrovarci, come niente, con la democrazia e la libertà.
Fonte: Il Foglio
Camillo Langone per Il Foglio
Alza la tua radio, per favore, lettore amante della libertà di espressione. E che sia sintonizzata su Radio Langone, emittente clandestina non soggetta alla censura che oggi in Canada e domani nel resto del mondo vuole bloccare “Money for nothing” dei Dire Straits perché il testo contiene la parola “faggot” (frocio). Purtroppo non posso proporti quel pezzo dei Luti Chroma che faceva “combatti sporco giudeo / cavallo nel mio rodeo”: mille anni fa lo ascoltai sul vinile del mio socio di discoteche Giuseppe Gherardini, oggi non riesco a recuperarlo nemmeno su internet.
Sta per partire una nuova esperienza innovativa e libera di quotidiano online. Si chiama Quotidiano Piemontese e vuole essere un modello del nuovo modo di fare informazione utilizzando tutte le risorse di internet. Sareà una testata libera e senza padroni, che punterà a fare la migliore informazione possibile, senza paura.
L’avvio della nuova testata è prossima.