Going on up to the spirit in the sky
It’s where I’m gonna go when I die
When I die and they lay me to rest
I’m gonna go on the piss with Georgie Best
Going on up to the spirit in the sky
It’s where I’m gonna go when I die
When I die and they lay me to rest
I’m gonna go on the piss with Georgie Best
Roland Dumas, ex ministro degli Esteri in Francia, durante una trasmissione televisiva d’Oltralpe.
Dumas – “Ho incontrato dei funzionari inglesi, miei amici, che preparavano un qualche cosa in Siria. L’Inghilterra, e non l’America, preparava l’invasione dei ribelli in Siria. E mi domandarono, in quanto ex ministro degli Esteri, se avessi mai potuto partecipare a una cosa del genere. Avrei chiaramente risposto: ‘Io sono francese, la cosa non mi interessa’. Ma tutto ciò è per dire che questa operazione proviene da molto lontano”.
Intervistatore- “E scusi, con quale obiettivo?”
Di Enrico Franceschini per Repubblica
«Bere è la nostra gioia, non possiamo vivere senza», diceva intorno all’anno mille il principe Vladimir, fondatore della Russia. Ma anche gli inglesi non scherzano, da questo punto di vista. E fu proprio la comune propensione per l’alcol a rompere il ghiaccio tra un russo e un inglese dai quali dipendevano non poco le sorti della seconda guerra mondiale.
Josif Stalin e Winston Churchill, durante una visitaa Mosca del primo ministro britannico nel 1942, non s’intendevano per niente. La missione sembrava sul punto di concludersi con un fiasco, quando Churchill ebbe l’ idea di proporre una serata a tu per tu con il dittatore sovietico. E mangiando a profusione, o più precisamente svuotando un bel po’ di bottiglie, si presume di vodka e di whisky per mantenere un’eguaglianza etilica, i due leader si scoprirono amici.
Quando quella sbronza congiunta in una sala del Cremlino finalmente volse al termine, alle 3 del mattino un collaboratore di Churchill li trovò «in preda a un umore gioioso come a una festa di matrimonio», scrisse nel suo rapporto.
Ora quel documento è uscito dagli archivi di Londra, insieme ad altri segreti della stessa epoca: una lettera scritta al premier britannico dal conte Galeazzo Ciano, pochi giorni prima di essere fucilato in Italia, in cui descriveva Mussolini come «un ignobile pagliaccio»; la decisione del governo britannico di ascoltare le telefonate di re Edoardo VIII, di cui non si fidava più, nei giorni precedenti la sua abdicazione dal trono per poter sposare la divorziata americana Wally Simpson; l’ arresto nel 1941 di un agente dell’MI6 in Spagna, completamente travestito da donna; un piano per eliminare il generale nazista Rommel, «la volpe del deserto».
Quanti Paesi ha invaso la Gran Bretagna? Facciamo prima a dire quanti NON ha mai invaso:
22 giugno 1986
Diego Maradona segna nell’arco di appena 4 minuti due dei gol più famosi della storia del calcio. Allo stadio Atzeca di Città del Messico si gioca il quarto di finale dei mondiali tra Argentina e Inghilterra. Al 51′ Maradona segna grazie alla “Mano de Dios” e 4 minuti dopo, a conclusione di una lunghissima serpentina, il gol del secolo mettendo a sedere più di mezza Inghilterra. La gara finisce 2-1 per l’Argentina, che vincerà il suo secondo titolo mondiale piegando in finale la Germania Ovest per 3-2.
fonte: Gazzetta.it
Non c’è nulla da fare. Il Guardian si dimostra ancora una volta un giornale coi controcazzi.
E mentre Corriere della Sera e Repubblica tengono tutto il giorno come prima notizia il “matrimonio da favola” fra il principe Guglielmo e Katia*, relegando le altre notiziuole (crisi di Governo per l’attacco in Libia, disoccupazione giovanile altissima, Siria in subbuglio) in secondo piano, il Guardian dimostra ancora una volta come si fanno i giornali e cosa vuol dire essere giornalisti seri. Cosa ancora più bella, lo fa con ironia.
Secondo uno studio inglese, la maggior parte delle persone non riconosce un vino costoso da uno comprato al discount.
E allora beviamoci un bel Tavernello!
La tattica di contenimento della polizia inglese per fare sbollire – o fare scoppiare – le manifestazioni di questi mesi.
di Edoardo Bergamin
Si chiama kettling, dal nome inglese del bollitore (kettle), perché al suo interno le persone si consumano poco a poco fino a raggiungere il loro punto d’evaporazione, quando stanche e annoiate non desiderano altro che tornare a casa. È la tattica adottata dalla polizia inglese per gestire e contenere le manifestazioni di strada, e ha qualcosa di simile alla recinzione del bestiame. È sufficiente sbarrare accessi e vie di fuga con cordoni umani, non disperdere le forze in singoli combattimenti, e attendere che freddo, fame e fatica facciano il grosso del lavoro. Dopo qualche ora anche i dimostranti più violenti perdono molte delle loro energie.
La prima volta che è stato adottato, il kettling è servito a disciplinare le proteste contro la riunione del WTO a Londra nel 1999, ma il metodo di contenimento ha fatto scuola e oggi episodi di contenimento durativo si contano anche in altri paesi (Germania, Francia, Canada e a Copenaghen durante la conferenza sul cambiamento climatico). Non se ne discute l’efficacia – anche preventiva, se come scrive l’Independent la paura di essere intrappolati allontanerebbe le famiglie dalle piazze – ma la legittimità.
LONDRA – Accoltellata e strangolata con il filo elettrico della sveglia per avere urlato il nome di un altro mentre faceva sesso con il suo compagno: così è morta Joanne Kitchen, 41 anni e madre di due figli. Il Daily Telegraph, che riporta oggi il caso, scrive che il compagno di Kitchen, Gary Higgs, 44 anni, l’ha uccisa in preda ad un raptus di rabbia dopo averla udita urlare ‘Chris’ durante l’atto sessuale. I due si erano conosciuta l’anno scorso tramite Facebook, e da dicembre conviveva in un appartamento a Radcliffe, vicino a Manchester. Amici e parenti hanno raccontato che erano sempre sembrati una coppia “molto serena” e secondo quanto è stato appurato dalle indagini della polizia, Higgs non aveva motivo di sospettare che la compagna avesse un’amante. L’omicida è stato condannato all’ergastolo dal tribunale di Manchester e potrà chiedere uno sconto della pena soltanto tra una quindicina d’anni. Il giudice che si è occupato del caso ha infatti sancito che “non ci sono scuse” per il suo comportamento. In tribunale Higgs si è dichiarato “molto pentito” delle sue azioni: “Non le volevo fare del male, ma mi sono infuriato nel sentirla gridare il nome di un altro, non ci ho visto più. Ora mi rendo conto di ciò che ho fatto e sono pentitissimo”.