Posts Tagged ‘Il Giornale’

Giornalismi/3

12 dicembre 2013

In tre righe di editoriale, Vittorio Feltri centra pienamente quello che è un grande male del giornalismo italiano: spesso si scrive quello che non si pensa.

E’ capitato che io stesso, rileggendomi qualche tempo dopo, a volte sia rimasto stupito da ciò che avevo scritto. E penso di non essere l’unico giornalista a cui è successo.

Il problema è che, seguendo più la convenienza che la logica, pieghiamo le nostre frasi all’esigenza intima di essere coerenti con la linea del giornale piuttosto che con la nostra coscienza della realtà.

Fonte: Il Giornale (clicca per leggere l’articolo)

Mostri giuridici

19 ottobre 2013

Per ricollegarmi a quanto da me detto qualche settimana fa, ecco un ottimo articolo di Marcello Veneziani.

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Non ce ne stiamo accorgendo ma, nel giro di poche settimane, la repubblica di Napolitano e della Boldrini, del ministro Kyenge e dei volenterosi manovali del Parlamento, sta stravolgendo lo Stato di diritto e il senso della giustizia col plauso dei media.

Viene introdotto il reato di omofobia, nasce cioè un reato dedicato in esclusiva; viene introdotto il femminicidio, cioè viene stabilito che c’è un omicidio più omicidio degli altri; viene negato il reato di immigrazione clandestina e dunque la cittadinanza non ha più valore; viene introdotto il reato di negazionismo, valido solo per la shoah.

Vengono così stravolti i principi su cui si fonda ogni civiltà giuridica: l’universalità della norma che deve valere per tutti, il principio più volte sbandierato e poi di fatto calpestato, della legge uguale per tutti; viene punito col carcere il reato d’opinione, e colpendo solo certe opinioni; viene sancita la discriminazione di genere, a tutela di alcune minoranze; è vanificata l’opera del giudice nell’individuare eventuali aggravanti nei reati giudicati perché vengono indicate a priori quelle rilevanti e dunque sono suggerite pure quelle irrilevanti.

Usano l’eccezione per colpire la norma, piegano le leggi a campagne ideologico-emotive e le rendono variabili. Sfasciano la giustizia col plauso dei giustizialisti, uccidono la libertà e l’uguaglianza, il diritto e la tolleranza nel nome della libertà e dell’uguaglianza, del diritto e della tolleranza.

Un mostro. E se provi a dirlo, il mostro sei tu, a suon di legge.

Fonte: ilgiornale.it

Siria: l’attacco giusto al momento giusto

28 agosto 2013

Riporto sotto parte di un articolo storico e di analisi di Gian Micalessin per il Giornale.

Micalessin è uno dei migliori, più famosi e rispettati inviati di guerra italiani.

Questo post è dedicato a chi continua ad accusarmi di essere pazzo.

A parte Obama, Cameron e la stampa di regime (quello vero, quello dell’ignoranza), tutti gli analisti internazionali esprimono dubbi sull’intervento in Siria e sul presunto attacco chimico del regime di Assad.

Sarò pazzo e complottista, ma sono in ottima compagnia.

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Siria ed Egitto come la Libia: islamisti campioni di inganni

di Gian Micalessin per il Giornale

[…] Le immagini di Ghouta, la località dove il governo avrebbe usato i gas sono devastanti dal punto di vista emozionale, ma assai ambigue dal punto di vista documentale. La contraddizione più evidente è la mancanza di protezioni da parte dei presunti sanitari arrivati a soccorrere le vittime. L’altra è la sistematica plateale teatralità con cui i bambini deceduti vengono allineati davanti agli obbiettivi. Ad Halabja nel marzo 1988 i gas di Saddam non fecero distinzione tra vittime e soccorritori e sterminarono chiunque non si fosse allontanato. A Ghouta nessuno fugge, non c’è un clima di panico e gli ospedali continuano a funzionare. L’impressione è di un attacco circostanziato e molto limitato. E questo fa sorgere due grossi interrogativi. Perché Assad avrebbe atteso due anni e mezzo prima di usare i gas salvo poi impiegarli sotto gli occhi degli osservatori dell’Onu? E soprattutto perché incominciare da una zona dove il regime non è militarmente in difficoltà e dove non viene sfruttato il vantaggio tattico offerto dall’arma chimica per riconquistare il territorio e nascondere le prove?

Fonte: il Giornale (clicca per leggere l’articolo completo)

La destra italiana, morta di mediocrità

13 giugno 2013

di Marcello Veneziani per Il Giornale

Non è morta d’identità ma di nientità, non è morta di estremismo ma di mediocrità. Non è morta di saluti romani ma d’imitazioni maldestre. La sua scomparsa non lascia tracce di sé. Nessuna delle critiche di gestione mosse alla destra si può attribuire alla sua storia, alla sua indole e ai suoi valori; anche gli aspetti peggiori, come quelli che hanno preso il nome e il faccione simbolico di Fiorito, non nascono dalla sua storia. Erano modi di adeguarsi all’andazzo, tentativi di mostrare che erano uomini di mondo, sapevano stare al potere e in società, sanno come si usa, non sono mica fessi.

A volte si sono adeguati alla caricatura del berlusconismo, uniformandosi al suo lato peggiore. A volte hanno cercato di compiacere la sinistra, i poteri che contano, i media ostili. Senza peraltro riuscirci. Hanno avuto paura di spingersi troppo, di osare. Temevano di perdere il posto, ma l’hanno perso lo stesso, perdipiù senza gloria e senza la gratitudine dei loro elettori di sempre.

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La manipolazione dell’opinione pubblica

24 marzo 2013

Il giornalista Marcello Foa spiega come gli spin doctor manipolano i giornalisti e le masse per perseguire i loro scopi.

Ancora sul caso Sallusti

28 settembre 2012

Torniamo un attimo sul caso Sallusti.

Intanto segnaliamo, per chi non l’avesse letto, l’articolo incriminato (che ora abbiamo scoperto essere dell’agente Betulla alias Renato Farina), che si può leggere interamente cliccando qui.

Inoltre, vorrei portare all’attenzione un magistrale articolo di Alessandro Robecchi, firma del manifesto, che mette parecchi puntini sulla “i” nella vicenda.

Scrive Robecchi:

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Monti e i poteri forti

20 giugno 2012

Qualche tempo fa aveva detto che i poteri forti remavano contro l’Italia. Forse allora intendeva che lui stesso remava contro l’Italia. O forse, in un caso di bipolarità, che remava contro se stesso.

In ogni caso, incollo qui sotto l’intervista fatta da Paolo Bracalini per Il Giornale a Daniel Estulin, giornalista e scrittore esperto del Gruppo Bilderberg.

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«Monti? È Goldman Sachs » risponde in automatico Daniel Estulin, scrittore-investigatore russo (ma vive in Spagna) che col suo Il Club Bilderbergla storia segreta dei padroni del mondo si candida alla palma di maggior cospirazionista del pianeta.

Se è un folle, le sue follie interessano parecchia gente: più di tre milioni di copie vendute in 81 paesi e 50 lingue diverse. Intervistarlo equivale ad entrare in un thriller ( ne stanno facendo un film) che ha per protagonisti banchieri, squali della finanza, magnati dell’industria, politici, lobby e logge segrete. Dentro questo plot, c’è pure Mario Monti, membro delle annuali riunioni del Bilderberg: «Monti è la perfetta esemplificazione del concetto di Compagnia unica mondiale (One World company Ltd, ndr) teorizzata da Lehman Brothers per il vertice Bilderberg del 1968».

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Monti? Peggio di Berlusconi

17 novembre 2011

Marco Ferrando è il leader del Partito comunista dei lavoratori. Ma a Monti non brinda neppure lui, anzi…

Di Paola Setti per Il Giornale

Marco Ferrando, leader del Partito comunista dei lavoratori, è ubriaco a furia di brindare alla caduta di Silvio il despota?

«Credo di essere il solo a sinistra che non brinda».

Ma se pochi mesi fa chiamava la piazza a rovesciarlo come in Libia!

«Appunto, se i movimenti dei lavoratori e le sinistre lo avessero rovesciato con una forte mobilitazione, oggi non avremmo il problema del governo Monti».

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“Vengo da Tripoli e vi dico che i giornali raccontano un sacco di menzogne”

4 marzo 2011

Lettera di Paolo Pazzini a Il Giornale

Egregio Direttore.

Mi chiamo Paolo Pazzini vivo a Tripoli e sono appena rimpatriato ieri, 24 febbraio.

La nostra azienda ha dei contratti in Libia per questo vivo li, nel centro di Tripoli. Vorrei confortare le dichiarazione dell’Ambasciatore Italiano Schioppa: a Tripoli la situazione è calma, fino a ieri tutti lavoravano, e i bombardamenti sulla folla sono propaganda pura, come propaganda pura sono le fosse comuni. Infatti il cimitero di Tripoli sorge sul mare e le foto fatte vedere da giornali, e non, italiani («Repubblica» etc..) sono foto di normali sepolture in quel cimitero.

I giornali italiani ed in genere occidentali stanno raccontando una marea di menzogne mirate con l’appoggio di elementi libici che vivono all’estero cacciati dal Paese. Le faccio presente che io stesso lavorando con i militari, le assicuro che non un solo reparto dell’Esercito, né della Marina, né dell’Aviazione si sono ancora mossi.

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Mishima, l’eterna giovinezza di un samurai

25 novembre 2010

Il 25 novembre 1970, 40 anni fa, moriva Yukio Mishima. Lo scrittore e intellettuale giapponese si tolse la vita facendo seppuku. Marcello Veneziani ne ricorda la figura e l’influenza che ebbe – e che ha – su molti giovani italiani.

Yukio Mishima

Andammo in palestra, dopo quel libro, tra i manubri e i pesi, sulla scia di Mishima e del suo acciaio per scolpire il corpo all’altezza dei pensieri e per dare una vita ardita a un’indole intellettuale. Correvamo a torso nudo d’inverno con alcuni pazzi amici per andare incontro al sole. Dopo una corsa di dieci chilometri c’era un ponte che era la nostra meta finale perché sembrava che corressimo verso il cielo.

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