Posts Tagged ‘Gianni Agnelli’

Agnelli e Torino

24 gennaio 2013

Sui giornali domani, 25 gennaio, ci sarà la solita fiera delle banalità. A dieci anni dalla morte dell’avvocato Gianni Agnelli, oggi si è celebrata una giornata in ricordo di un uomo che, nel bene e nel male, ha segnato la vita di Torino.

Quello che però nessuno scriverà è che la partecipazione è stata massiccia per quanto riguarda il jet set, l’alta finanza e la politica. Ma assolutamente non significativa della gente comune. Altro che “Torino ricorda l’avvocato”, come ha scritto qualcuno.

Alcune agenzie hanno scritto che dietro le transenne fuori dal Duomo cittadino erano “almeno un migliaio”. La Stampa è anche andata oltre (ma d’altronde, poteva fare altrimenti?). (more…)

L’Avvocato Agnelli: quello che nessuno dice

18 gennaio 2013

di Erik Toselli – pubblicato su Il NordOvest del 16 gennaio 2013

Aveva ereditato, con la scomparsa di Valletta, un’azienda che contendeva alla Volkswagen il primato di vendite in Europa. Ha lasciato, 10 anni or sono, un gruppo sull’orlo del fallimento, ampiamente distaccato dal costruttore tedesco e superato anche da francesi e americani. Eppure Gianni Agnelli – “l’Avvocato”, per il popolo adorante che si mise in fila al Lingotto per rendergli l’ultimo saluto – venne osannato in ogni modo (purché servile) dai media italiani.

Si sprecarono i ricordi del “grande imprenditore italiano”, del “principale industriale”, dell’uomo che aveva portato la Fiat e l’Italia sulla grande scena internazionale, dell’impareggiabile uomo d’azienda con l’immensa conoscenza automobilistica. Mentre sulla stampa internazionale i commenti erano improntati soprattutto sul suo ruolo da bonvivant, da Vip, da personaggio del jet set. Perché all’estero non avevano l’obbligo di inventarsi un Agnelli uomo d’azienda quando, di fatto, non lo era mai stato.

Ma come potevano, i media italiani, soffermarsi sulle innumerevoli avventure amorose dell’Avvocato? Le grandi attrici italiane ed internazionali venivano condotte da lui nel silenzio compiacente dell’informazione. Perché anche negli anni in cui “il privato era politico”, per il Vip il privato doveva restare privato. Si mormorava ma non si scriveva. E poi chi avrebbe dovuto rivelare questi segreti di alcova? I giornalisti che, in perfetto stile indipendente ed autonomo, avevano adottato gli stessi atteggiamenti dell’Avvocato, a partire dall’orologio portato sopra il polsino indossando orridi scarponcini gialli?

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