Francesco Maria Del Vigo intervista per il Giornale Roberto Alfatti Appetiti, che ha appena pubblicato il libro Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski (edizioni Bietti). Ne esce fuori un quadro dello scrittore americano fuori dai soliti canoni letterari.
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Era un irregolare puro.
“Non era uno che strillava contro il sistema con la speranza di essere cooptato. Anche quando diventa un vip, rimane comunque il solitario di un tempo e continua a denunciare l’ipocrisia della società letteraria, marcando la siderale distanza dai salotti che contano. Ed è una cosa rara, se non unica. Perché spesso gli irregolari sono tali solo a tempo determinato, nella misura in cui essere contro è utile per conquistare un posto al sole e godere di una rendita di posizione, fosse anche di finta opposizione. Bukowski, invece, non faceva desistenze neppure con chi poteva avere i suoi stessi nemici. Non ha fatto niente che potesse facilitarlo. Basti pensare al pacifismo: lui era contro la guerra ma non ha goduto dei vantaggi di cui avrebbe potuto avvantaggiarsi uno scrittore pacifista. Perché era anche contro i pacifisti e ci teneva a farlo sapere”.
E in Italia c’è stato qualcuno un po’ come lui, nel suo solco di intellettuale irregolare e rigorosamente disorganico?
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