Posts Tagged ‘futuro’

La “resilienza”: il futuro dei giornali

18 novembre 2014

Partiamo dall’inizio, che poi è anche la conclusione: i giornali non si estingueranno, con buona pace di Beppe Grillo. Cambieranno, si evolveranno, magari modificheranno il supporto; ma non spariranno.
Cento anni fa esistevano i giornali. Poi è arrivata la radio, ma i giornali non sono spariti.
Poi è arrivata la televisione, ma i giornali e la radio non sono spariti.
Poi è arrivato Internet, ma i giornali, la radio e la televisione non sono spariti.
E non spariranno. Video didn’t kill the radio stars.

Ma certo, si dovranno riadattare e rimodellare per restare al passo coi tempi. Mi trovo d’accordo con ciò che ha scritto il direttore della Gazzetta dello sport Andrea Monti ieri, 17 novembre 2014, presentando la nuova veste grafica del proprio quotidiano:

Fortuna vuole che la qualità migliore della Gazzetta non sia la resistenza bensì la “resilienza”, termine che la scienza usa per definire materiali o specie animali che sanno reagire al mutamento. La capacità di adattarsi non è mera sopravvivenza. E’ un’arte meravigliosa che richiede creatività e non ammette illusioni.

Ha perfettamente ragione, ma purtroppo non tutti i suoi colleghi direttori (ed editori e giornalisti con loro) l’hanno capito. (more…)

La crisi dei giornali

30 settembre 2013

Si torna a parlare sui media di crisi dei giornali. L’occasione è l’annuncio da parte della proprietà di Repubblica del prepensionamento di 80 giornalisti della testata. Si discute dell’argomento sui giornali solo perché riguarda i giornalisti stessi, che continuano nella pratica comune dell’autodifesa della categoria. Perché se un’altra azienda delle dimensioni simili a quelle della proprietà di Repubblica avesse messo in prepensionamento 80 persone (non licenziate, ma “prepensionamento”), come notizia avrebbe a malapena occupato le pagine della cronaca locale.

Invece c’è già chi si straccia le vesti.

Barbara Palombelli sulle pagine del Foglio si prodiga nell’ennesima squallida difesa della Casta, piagnucolando che “in silenzio, con dignità e dolore, una generazione intera – i nati dal 1952 al 1957 – lascerà il giornalismo attivo”. La Palombelli però non si fa nemmeno trapassare di striscio dall’idea che le “giovani” generazioni (che giovani non lo sono più, ormai) – ovvero quelli nati negli anni ’80 – non vedranno probabilmente né le pensioni né le prepensioni. E questo per errori ed orrori che proprio la sua generazione ha collezionato nei decenni.

La crisi dei giornali incombe: tutti si lamentano, tutti piangono miseria, alcuni chiedono aiuto (ancora?) allo Stato, qualcuno prova a reagire. Ma quasi nessuno dice la verità: ovvero che i giornali non vendono perché fanno schifo.

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La verità che nessuno scrive sulla Casta dei giornali

4 aprile 2013

giornalista

“L’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, ha annunciato un piano triennale di ristrutturazione lacrime e sangue, ‘quel che la Merkel fa con il resto dell’Europa, per intenderci’: austerità pura, rigore nei conti, tagli drammatici. E il rilancio? Più avanti ci si penserà, forse…”.

Così scrive Paola Peduzzi per Il Foglio (che citerò varie volte nel corso del mio post).

La questione di cui si parla nell’articolo è che il gruppo Rcs, di cui il Corriere della Sera fa parte, deve fare dei drastici tagli per sopravvivere. Ma i giornalisti del Corrierone non ci stanno: “Nessun sacrificio, il quotidiano va bene. Se ci sono delle perdite in bilancio la colpa è degli altri”, strepita il Cdr (mostro multicefalo tipico dei giornali, sotto la cui sigla si cela il Comitato di redazione).

Ma non va bene proprio un cazzo, cari “colleghi” del Corriere.

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Il futuro del giornalismo

11 gennaio 2012

Tempestività, approfondimento, intuizione, design, reputazione, comunità, filtraggio, rilevanza. Saranno questi secondo l’esperto di media americano Ross Dawson gli aspetti che i giornalisti dovranno tenere sempre più presente: “Sono quelli che i cittadini si aspettano e per cui saranno disposti a pagare e che, quindi, riusciranno a produrre una base sostenibile per un giornalismo di qualità’’.

Il giornalismo per molti aspetti, secondo Dawson, sarà simile a quello del passato. Ma per altri dovrà cambiare. Innanzitutto, per restare al passo coi tempi, dovrà affrontare questa sorta di cross-over comunicativo che sta travolgendo la realtà. In molti paesi si sta già facendo, in Italia siamo ancora un po’ indietro.

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Lo sapevo, ho sbagliato tutto

14 febbraio 2011

GIARDINIERI, MURATORI CUOCHI
LE DIECI PROFESSIONI DEL FUTURO

Studio Usa rivela il trend delle assunzioni fino al 2018. Con qualche sorpresa.  Le attività emergenti richiederanno comunque un alto livello di studi e specializzazione. In crescita tutti i mestieri legati alla cura alla persona

di Federico Rampini per Repubblica

NEW YORK – È la Top Ten delle professioni del futuro, una guida indispensabile per capire le opportunità di lavoro che si offrono alle nuove generazioni. Ahinoi, non entrano ai piani alti della classifica né il medico né l’avvocato, non ci sono l’ingegnere o l’architetto. Al primo posto troviamo cuochi e camerieri. Leader per la percentuale di aumento: le badanti. Ma anche vigilantes, camionisti, giardinieri, infermieri. Una caratteristica unifica i mestieri che “tirano”: i servizi alla persona. La sfera del benessere individuale, dell’assistenza, dell’aiuto, avrà un boom con l’invecchiamento della popolazione. Inoltre sono le uniche attività per le quali è impossibile la delocalizzazione nei paesi emergenti (salvo che con il fenomeno inverso: l’importazione di immigrati). Ma sono questi i mestieri per i quali stanno studiando i nostri figli? Dipende: come status e come remunerazione rischiano di essere al di sotto delle aspettative dei giovani. Ma attenzione: per quanto possano sembrare sotto-qualificate, le professioni del futuro richiederanno comunque studi universitari.

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Giovani disposti a tutto

3 novembre 2010

Geniali.

www.giovanidispostiatutto.com

(da notare soprattutto gli annunci di lavoro)