C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
C’è una variante rispetto ai regimi dittatoriali del passato: la dittatura in corso si chiama ufficialmente Libertà.
Marcello Veneziani
“Il Pd è diventato una sorta di macchina per proclamare diritti, e anche un rifugio identitario per i ceti alti e medi, bisognosi di impegno per espiare la colpa di non essere poveri. Una mutazione che l’ alleanza con la Bonino ha reso evidente, per non dire plateale. Ma a questo tipo di evoluzione (o involuzione?) ha contribuito anche una certa dose di stupidità autolesionista, una quasi inspiegabile incapacità di capire il punto di vista della gente comune: come si può pensare, nell’ Italia di oggi, di attirare consensi con l’ antifascismo e lo ius soli?
Se ci fossero pulsioni fasciste e nostalgiche Casa Pound e Forza nuova avrebbero avuto un risultato decente, non i pochi decimali (0,9 e 0,37%) che qualsiasi simbolo buttato sulla scheda può raccogliere”.
Luca Ricolfi
Paolo Mieli per il Corriere della Sera di martedì 7 gennaio 2014.
Mussolini imitò in tutto e per tutto lo stile di comunicazione dannunziano, a partire dai dialoghi con la folla. Ne fece propria la mentalità. Secondo Angelo Tasca, ai tempi del fascismo d’Annunzio fu vittima di «uno dei più clamorosi casi di plagio della storia».
“Andreotti era stato colui che, con grande disappunto di Cossiga, aveva avviato l’iter perché si ammettesse l’esistenza di Gladio. Fu così che gli chiedemmo del ruolo della Cia in Italia, visto che lui aveva cominciato a parlarne. Non ricordo le parole esatte (a differenza di quelle su Morlion) e quindi non mi azzardo a fare virgolettati. Ma il senso di quelle parole fu che loro, i democristiani, dovevano fare una specie di slalom per tenere insieme la loro politica nell’ambito del guinzaglio stretto imposto dalla guerra fredda. E che molti di loro erano spiati e invisi a Washington non meno dei comunisti. Anche il neofascismo, altra cosa che mi colpì, era uno strumento utile a una stabilizzazione del potere contro possibili fughe in avanti”.
“In due parole, tutto quello che i ricercatori meno ossequienti con il potere che per anni avevano studiato documenti e atti processuali (non gli altri che sproloquiano di cose che non conoscono nel merito) avevano sempre sostenuto, non senza andare incontro a una qual certa ostilità o accusa di estremismo”.
di Gianni Cipriani per Globalist.it (qui l’articolo completo)
Dopo le frasi sulle “cose buone” fatte da Mussolini, Berlusconi compra Balotelli per il Milan.
Si vede che gli piace proprio il nero.
Just beat it, beat it, beat it
No one wants to be defeated
Showin’ how funky and strong is your fight
It doesn’t matter who’s wrong or right
Just beat it, beat it
Michael Jackson – Beat it
No, non stare in pena!
Nel dubbio mena e vedrai vivrai di più!
Zetazeroalfa – Nel dubbio mena
Chissà perché il primo però è considerato il Re del Pop, mentre i secondi sono considerati un violento gruppo fascista… Mah!
Succede che un pazzo fa una strage. Succede che questo pazzo ha la tessera di un’associazione in tasca. Succede che allora è facile – fin troppo – dire che i responsabili morali della strage sono quelli dell’associazione.
Su Repubblica di oggi, sabato 4 dicembre, c’è un’intervista di Antonello Caporale a Marcello De Angelis sulla situazione attuale nel Pdl e la sua posizione all’interno del partito.
D- Coscienza sporca.
R- Al fondo è pulita.
“Non i baffi e non la professione né la condizione fanno il borghese: ma vi è una borghesia di spirito, di gusti e d’ambiente, che è quella che deve finire”.
“Il borghese è in noi, in cui ciascuno di noi, con le sue rinunzie e le sue ambizioni, il suo sottilizzare e dubitare, il suo particolarismo d’individuo, di famiglia, di ceto, la sua brama di ricchezza, la sua paura della povertà; la sua paura del coraggio; il suo basto d’abitudini; la sua doccia tiepida d’accomodamenti; la sua estraneità dalla vita fisica e da quel tanto di natura che ci vuole all’uomo civile perchè la civilità non si deformi nella più gretta barbarie”
Berto Ricci
”Chiedo scusa a tutti gli italiani: ho sostenuto un delinquente della politica, lui e le sue leggi vergogna. Per ambizione personale ne sono stato complice, mi sono consapevolmente appiattito nel servilismo più bieco, facendomi sdoganare dal fascismo al berlusconismo. Abiurai il primo, ora provvedo con il secondo. Sono pentito, pure per aver chiuso gli occhi di fronte a un massacro a Genova: c’è ancora posto per uno con le mie idee e il mio portamento in questa Italia di nani?”
Ecco: se mai avesse il coraggio di parlare così, io uno come Fini potrei pure iniziare a rispettarlo.
IO NO.
Valerio Pierantozzi