L’ex arbitro di calcio Stefano Ayroldi si candida al Senato in Puglia nella lista Fratelli d’Italia, in quinta posizione.
Dopo i magistrati di sinistra, gli arbitri di destra.
L’ex arbitro di calcio Stefano Ayroldi si candida al Senato in Puglia nella lista Fratelli d’Italia, in quinta posizione.
Dopo i magistrati di sinistra, gli arbitri di destra.
Il popolo è fatto di coglioni. Il suo ruolo da sempre è di essere un coglione. E’ allevato ed educato per essere un coglione.
In migliaia di anni quello è sempre stato il suo ruolo.
E’ un coglione anche perché non può essere altro.
– La cultura e l’informazione che ha sono completamente fasulle, ma non se ne rende conto, perché è un coglione e la cultura e gli strumenti che ha sono appositamente fatti perché non lo capisca. La cultura e l’informazione che gli hanno servito quelli che si occupano di allevare coglioni è appunto studiata a quello scopo, a farne un coglione.
– Non è organizzato, e se lo è non è lui che si organizza, ma lo organizza chi si occupa di organizzare dei coglioni. E i coglioni poi seguiranno quello che li organizza come dei coglioni, appunto.
– Non ha mezzi rilevanti. Se li avesse non sarebbe un coglione. Ai coglioni non si danno mezzi rilevanti, e da solo un coglione non è capace di procurarsi mezzi rilevanti.
Fino a 200 anni fa il coglione era un po’ meno coglione, perché almeno una cosa la capiva e cioè che era un coglione. Poi gli hanno inventato una favola, e cioè che il coglione non è un coglione, anzi è un protagonista, è lui che decide, e lui essendo un coglione la crede a tutt’oggi.
Spulciando le liste di “Scelta civica” salta fuori un’altra sorpresa. In Toscana, al numero 3 della lista, compare Alfredo Monaci, che nel curriculum vanta la poltrona di consigliere di amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena da aprile 2009 ad aprile 2012, non riconfermato con l’arrivo di Alessandro Profumo.
Incredibile, ma vero: Monti mette in lista un amministratore della Banca che il suo governo è stato costretto a salvare a suon di miliardi dei contribuenti per la mala gestione degli anni passati, quando nel cda presieduto da Mussari sedeva anche lo stesso Monaci.
Fonte: Dagospia
Apprendo da un sito Internet che in Italia ci sono 51.026.177 elettori, divisi in 24.645.449 uomini e 26.380.728 donne.
Considerando che in tutto siamo 61.261.254, ma che non tutti credo abbiano la cittadinanza italiana visto che si considerano “abitanti” anche gli stranieri residenti (e quindi non possono votare), ciò significa che quello italiano è un popolo davvero vecchio, con meno di dieci milioni di minorenni.
E’ un Paese per vecchi.
di Terrence Bliss – 7 dicembre 2012
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È arrivata la notizia che Berlusconi vuol far cadere Monti e ricandidarsi alle elezioni.
Ora il mio pensiero è semplice. Berlusconi non è opportuno in questo momento, ha fatto la sua storia, il suo ciclo, ancora più perché è un signore di una certa età. Nel mio cassetto il sogno sarebbe un governo che mettesse fine alla tecnocrazia, ma questo potrebbe avvenire solo con una profonda coscienza, cosa che evidentemente non c’è. Ma non è questo il punto. Non vedo Berlusconi come il male assoluto, tra i due mali preferirei lui al governo eterodiretto del banchiere Monti. E non è un fatto di democrazia, è un fatto che a essere governati dalle banche… Ma è un mio parere.
Veniamo a quanto dicono le mie colleghe. Berlusconi si ricandida. Oddio, siamo finiti, ci ha già portato alla miseria. Quanto sono stupidi gli italiani. ‘Ma perché lo rivotano?’ – ‘Sicuramente per come sono scemi’ (…Commenti simili si ripetono…) – interviene la più informata – ‘Poi avete visto, è subito aumentato lo spread, è bastata una dichiarazione’ (…) – ‘Si sta bene solo nel nord Europa, lì vivono bene, senza problemi’ – ‘Ma fa freddo, poi si suicidano’ – ‘Io in Svezia non ci voglio andare, fa sempre freddo’
Qualche considerazione sparsa.
Video assolutamente imperdibile!
Questo post è apparso su Facebook sul profilo “Primarie per il Pdl“.
Lo pubblico perché è emblematico di un certo modo di intendere la politica, tipico non solo dell’elettore del Pdl, ma della maggior parte degli elettori italiani, che votano un partito per ricevere qualcosa in cambio, salvo poi incazzarsi e non votarlo più perché non hanno ottenuto quello che speravano.
L’ennesima dimostrazione che l’Italia ha la classe dirigente che si merita.
Oh, ragazzi, ma avete sentito l’ultima? Pare che Silvio Berlusconi, noto imprenditore soprattutto nel campo delle telecomunicazioni, voglia fondare un nuovo partito chiamato Forza Italia e candidarsi Primo Ministro alle prossime elezioni.
Sembra non sia solo una voce.
Perché ce l’hanno tutti con Putin? Perché la Russia dà fastidio a molti? Perché tutto questo strillare intorno alla “poca democrazia” russa?
Ho provato a rispondere a queste non facili domande in un articolo che ho scritto per EaST Journal.
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Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali russe del 4 marzo 2012. Anzi, le ha stravinte, con il 63,64% dei voti, tornando per la terza volta al Cremlino, questa volta per sei anni, dopo i due precedenti mandati di quattro anni del 2000 e del 2004. Subito, come cani di Pavlov, gli Stati Uniti e i suoi accoliti hanno gridato ai brogli elettorali e alla repressione che il governo russo attuerebbe sulle opposizioni e sulla mancanza di un vero sistema democratico.
Chavez vince ancora in Venezuela, meno disuguaglianza e più dialettica democratica.
di Gianni Minà
I primi risultati assegnano al Partito Socialista Unitario (PSUV) di Hugo Chávez 95 seggi su 165 nel prossimo parlamento venezuelano. Al cartello delle opposizioni (il MUD, Tavola di Unità Democratica) vanno 64 seggi. A questi si aggiungeranno nelle prossime ore gli ultimi sei seggi. Vanno a partiti minori, almeno due ad un partito di sinistra, a rappresentanti indigeni o sono ancora in ballottaggio tra le due liste maggiori.
Se queste sono le cifre, la sensazione più importante è che il Venezuela ha vissuto l’ennesima tranquilla giornata democratica lasciandosi alle spalle la polarizzazione feroce degli anni 2002-2005. Tutti gli osservatori hanno rilevato l’estrema tranquillità con la quale il paese ha votato, la regolarità degli scrutini e il fatto che alle tre della mattina di Caracas ci siano risultati pressoché definitivi.