Riporto la testimonianza di un cittadino di Milano che ho ricevuto qualche giorno fa. Molto esplicativa per capire l’aria che tira in Lombardia.
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Succede che l’azienda per cui lavoro ha deciso, come molte altre nella zona, di lasciare a casa i dipendenti che presentassero sintomi influenzali come febbre e/o tosse.
Martedì quindi, continuando io ad aver una forte tosse da domenica, sempre peggio, parlo con l’infermeria che c’è in ufficio e in accordo con le risorse umane, vado a casa. La sera stessa mi sale anche la febbre. Allora inizio la trafila tra i vari numeri messi a disposizione per l’emergenza corona virus, non tanto perché io temessi quel tipo di contagio, quanti più per capire cosa fare. Dopo diverse mezze ore di attesa al telefono, una per ogni numero su cui venivo indirizzato (martedì il 1500 era perennemente intasato e non facevano nemmeno mettere in attesa), alla fine parlo con un medico, gentilissimo, che mi assicura che la sintomatologia da me presentata e i contatti da me avuti escludono un contagio da corona. Bene, ma io ero comunque influenzato e mi serviva certificato a magari una visitina.
Quindi mercoledì, su indicazione del medico del numero verde, mi reco alla guardia medica, che riceve dalle 20 alle 23:30. Il medico al telefono mi aveva precisato: “Dica pure che ha già chiamato questo numero”.
Bene, inizia lo show.