La “resilienza”: il futuro dei giornali

Partiamo dall’inizio, che poi è anche la conclusione: i giornali non si estingueranno, con buona pace di Beppe Grillo. Cambieranno, si evolveranno, magari modificheranno il supporto; ma non spariranno.
Cento anni fa esistevano i giornali. Poi è arrivata la radio, ma i giornali non sono spariti.
Poi è arrivata la televisione, ma i giornali e la radio non sono spariti.
Poi è arrivato Internet, ma i giornali, la radio e la televisione non sono spariti.
E non spariranno. Video didn’t kill the radio stars.

Ma certo, si dovranno riadattare e rimodellare per restare al passo coi tempi. Mi trovo d’accordo con ciò che ha scritto il direttore della Gazzetta dello sport Andrea Monti ieri, 17 novembre 2014, presentando la nuova veste grafica del proprio quotidiano:

Fortuna vuole che la qualità migliore della Gazzetta non sia la resistenza bensì la “resilienza”, termine che la scienza usa per definire materiali o specie animali che sanno reagire al mutamento. La capacità di adattarsi non è mera sopravvivenza. E’ un’arte meravigliosa che richiede creatività e non ammette illusioni.

Ha perfettamente ragione, ma purtroppo non tutti i suoi colleghi direttori (ed editori e giornalisti con loro) l’hanno capito. Molte testate cartacee si limitano a “resistere”, concependo l’informazione come un campo di battaglia dove loro sono i soldati che combattono contro non si sa bene cosa. Il mondo cambia a un ritmo vertiginoso e restare al passo coi tempi è difficile, lo so. Ma se non ci si prova nemmeno la partita è già persa in partenza. Continua Monti:

Per il giornale di carta il discorso è semplice e brutale: in prospettiva, nessuno comprerà più un quotidiano per conoscere il risultato di una partita che ha già visto, ma spenderà il necessario per sapere come l’ha vista, analizzata e giudicata un giornalista credibile e competente.

E sono ancora una volta d’accordo. Nessuno – o una sparuta minoranza – avrà comprato il Corriere della Sera per sapere quanti morti sono stati provocati dalla frana di Varese qualche giorno fa. Molti invece l’avranno comprato per sapere “perché” sono morte due persone, di chi sono le responsabilità, per leggere un’analisi della faccenda da parte di un quotidiano e un giornalista autorevole. Credibilità: una qualità che spesso purtroppo manca ai media italiani.

Per questo, da utente, vedo in fondo con favore la crisi della stampa: alla lunga spariranno dalla circolazione tutti quei giornali e giornalisti che non sanno restare al passo, che non sanno rinnovarsi, che sono rimasti ancorati a un’epoca ormai morta e sepolta. E, si spera, resteranno nelle edicole e sui tablet solo i giornali migliori, che sanno fare dell’autorevolezza e della qualità il loro punto forte. Ripeto, si spera

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3 Risposte to “La “resilienza”: il futuro dei giornali”

  1. m. Says:

    il problema è quell’ “alla lunga”… già in italia siamo partiti con ritardi abissali con questo aggiornamento dei giornali e dei giornalisti, in più la “resistenza” al cambiamento sta rallentando il tutto

  2. cekketto Says:

    Bel concetto Valè. I giornali sopravviveranno, si è vero, almeno per qualche decennio, poi il progresso tecnologico li abbatterà e chissà se noi ce ne ricorderemo, ma lì abbatterà. Resteranno però le testate giornalistiche, quelle si, espresse non in fogli di carta ma chissà sotto quale diavoleria che nemmeno possiamo immaginare.
    Le radio star si sono dovute adattare e oggi non esistono più come concepite trent’anni fa, salvo eccezioni che servono a confermare la regola. Le radio star ora sono anche delle video star che fanno dell’autorevolezza data dall’immagine il proprio appeal. Così dovranno fare i giornali, più valore avrà la penna più ne avrà il quotidiano…anche in questo caso con l’appoggio del video perché l’immagine visiva aiuta sempre ad avere un nome.
    Il giornale in fondo, come ogni attività, è fatta di persone e saranno proprio le persone a deciderne la durata ma di certo sarà sempre più difficile per i giovani giornalisti trovare una strada.
    Per quanto riguarda la Gazzetta…è da un po’ che trovo l’oroscopo la sezione più interessante, perciò per me il cambio di formato è solo un finto tappabuchi.

    • irregolare Says:

      Che il mezzo (molto mezzo) restyling della Gazza sia solo uno specchietto per allodole, non c’è dubbio. Ma quello che dice il direttore mi trova comunque d’accordo.
      Tra l’altro lo hanno anche ridotto lo spazio dell’oroscopo….

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