Intervista a Roberto Cammarelle

Il 2 luglio 2009 ho intervistato il campione di pugilato Roberto Cammarelle. L’atleta delle Fiamme Oro aveva appena vinto (per rinuncia) la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo e io, da bravo cronista, ne approfittai per fargli qualche domanda.

Inoltre colsi l’occasione per scattarmi una foto insieme a lui. E’ uscita mossa, ma va bene lo stesso.

Dopo oltre cinque anni, posto quella intervista qui sul mio blog per il semplice timore che possa perdersi nei meandri del Web.

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E’ arrivato ad Avezzano (sede delle gare di pugilato) con il favore dei pronostici e la voglia di difendere la vittoria ottenuta ai Giochi di quattro anni prima ad Almeria. Ma l’oro questa volta è arrivato senza combattere, a causa del forfait dell’altro finalista, il croato Marko Tomasovic. In ogni caso per un pugile come Roberto Cammarelle, oro alle olimpiadi di Pechino e campione del mondo in carica, la vittoria ai Giochi del Mediterraneo di Pescara non sarebbe stata un problema nemmeno sul ring, tanta è la superiorità tecnica che ha sugli avversari. Ma quanto conta questa medaglia, in una carriera costellata di successi ben più importanti?
«Conta tanto, perché l’oro è sempre il metallo più prezioso e vincere è la cosa più bella per uno sportivo. Questi Giochi sono un appuntamento importante sia per me che soprattutto per il Coni, in quanto rappresentano una piccola olimpiade mediterranea. A maggior ragione quest’anno, dove sono stato il portabandiera, non potevo che vincere».

Come hai trovato i Giochi dal punto di vista organizzativo?
«Mi aspettavo qualcosa di più. Ma forse questo è stato dovuto anche al fatto che nell’ultimo periodo ci sono state altre priorità (vedi terremoto, ndr) e non ci si è potuti concentrare abbastanza sull’evento. Per quanto mi riguarda sono dispiaciuto di non aver vissuto questa esperienza al Villaggio mediterraneo, ma di essere stato lontano oltre 100 Km. Non che mi lamenti di Avezzano, però al Villaggio si respira tutta un’altra atmosfera».

Quali sono adesso i tuoi obiettivi sportivi per il futuro?
«Sicuramente i campionati del mondo a settembre. Tra poco ricomincerò gli allenamenti in vista della competizione dove non solo voglio ben figurare, ma anche vincere. Soprattutto considerando che andrò a difendere il titolo nella mia Milano. Dopodiché ragionerò sul da farsi e vedrò se passare professionista oppure puntare alle Olimpiadi di Londra e quindi rimanere dilettante».

Proprio di questo volevo parlare. A 29 anni hai ormai vinto tutto a livello dilettantistico. Anche per una questione di stimoli, non conviene provare un’altra sfida e passare al professionismo? Secondo molti esperti, un pugile del tuo talento in tre o quattro anni potrebbe tranquillamente arrivare a combattere per il titolo.
«Sì, ma quattro anni sono sempre tanti. A 33 anni non so quanta voglia avrò ancora di mettermi in gioco. Il mondo del professionismo non mi piace e per il momento non mi appartiene. Sarà quindi una decisione difficile, da valutare molto attentamente».

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4 Risposte to “Intervista a Roberto Cammarelle”

  1. andgiamb Says:

    Bella Valé! Ma per chi l’avevi fatta? E soprattutto dopo Cammarelle ha mantenuto gli impegni? :)

  2. Ancora su Cammarelle | Says:

    […] giorni fa ho postato una mia vecchia intervista al campione di pugilato Roberto Cammarelle in cui gli chiedevo come mai non passasse al […]

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