A proposito di quello che dicevo qualche giorno fa, Paolo Cirino Pomicino – ex ministro e parlamentare, esponente di punta di quella che è stata definita la Prima Repubblica – scrive una lettera al Foglio, criticando le scelte attuali del Governo e anche una certa ipocrisia dei media.
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L’indignazione è forte, fortissima. Né ci può confortare il fatto di averlo anticipato e denunciato da almeno 15 anni a questa parte. Ci riferiamo al passaggio di mano del controllo di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica, ultima tappa di una spoliazione del sistema produttivo italiano iniziato con la fine della Prima Repubblica.
Da domani potremo essere l’unica grande democrazia europea priva di un’azienda nazionale di telecomunicazioni.
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Nelle polemiche degli anni Novanta fummo tacciati di antica vocazione statalista allorquando contrastavamo lo sciagurato disegno delle privatizzazioni purchessia con la scusa di dover ridurre il debito pubblico. In vent’anni abbiamo venduto aziende o quote di maggioranza di aziende strategiche per circa 160 miliardi di euro e il nostro debito pubblico è aumentato di ben 1.200 mld di euro a fronte degli 839 mld lasciati in eredità da quella Prima Repubblica.
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Invano abbiamo tentato di convincere che il tema vero per il nostro paese era quello di internazionalizzare il suo sistema produttivo e finanziario senza immaginare, come è invece accaduto negli ultimi vent’anni, che l’internazionalizzazione fosse la vendita in blocco del migliore patrimonio tecnologico del paese tenuto sino al ’92 in mano pubblica.
L’obiettivo dell’internazionalizzazione cui pensavamo era quello di rendere il nostro capitalismo uno dei protagonisti del riassetto del capitalismo europeo come peraltro hanno fatto Germania e Francia mantenendo in mani pubbliche alcuni asset produttivi di valore strategico.
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Dopo anni di polemiche contro quel pensiero unico che riteneva la modernità sinonimo di privatizzazioni purchessia, una valutazione politica finale di un ventennio sciagurato sotto tutti gli aspetti va pure fatta.
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Quel che è più grave è il fatto che nel percorso delle privatizzazioni vi siano stati scandali e plusvalenze private da capogiro che solo la nostra flebile voce ha denunciato negli anni, dalla Seat pagine gialle alla Avio, per finire alla stessa Telecom.
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Non vogliamo tirare in ballo il Britannia o ipotesi complottarde di “spectre” internazionali, ma colpisce che a destra come a sinistra negli ultimi vent’anni parte rilevante della nostra classe dirigente è stata sul libro paga di banche d’affari come la Goldman Sachs molto spesso al centro di indagini e di sanzioni internazionali.
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Tag: Britannia, finanza internazionale, Goldman Sachs, massoneria, mercati, Paolo Cirino Pomicino, privatizzazioni, Telecom
28 settembre 2013 alle 15:36 |
L’ha ribloggato su alessandrapeluso.