Torniamo un attimo sul caso Sallusti.
Intanto segnaliamo, per chi non l’avesse letto, l’articolo incriminato (che ora abbiamo scoperto essere dell’agente Betulla alias Renato Farina), che si può leggere interamente cliccando qui.
Inoltre, vorrei portare all’attenzione un magistrale articolo di Alessandro Robecchi, firma del manifesto, che mette parecchi puntini sulla “i” nella vicenda.
Scrive Robecchi:
La vulgata corrente di questi giorni insiste molto su una frase, questa:
“… ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice”E’ vero. Si tratta di un’opinione. Scema, ma un’opinione. Disgustosa, ma un’opinione.
Vediamo invece le frasi che non contengono opinioni ma fatti. Falsi.Il titolo, per esempio: “Il giudice ordina l’aborto / La legge più forte della vita”.
Falso. Nessun giudice ha ordinato di abortire.Altra frase: “Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando l’aborto coattivo”.
Falso. Il giudice ha dato libertà di scelta alla ragazzina e alla madre.Ancora: “Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput. Per ordine di padre, madre, medico e giudice, per una volta alleati e concordi”.
Falso. Il padre non sapeva (proprio per questo ci si è rivolti al giudice) e le firme del consenso all’aborto sono due, quella della figlia e quella della madre.E poi: “Che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti”.
Falso. Complici di cosa? Di aver lasciato libera decisione alla ragazza e a sua madre?
Premetto e ribadisco ancora una volta che la pena è assolutamente sproporzionata e che sono d’accordo col riformare la legge che prevede il carcere nel caso di reato di diffamazione.
Ma come potranno capire tutti quelli con un minimo di cervello e di buon senso, qui non si può parlare per nessun motivo di “reato di opinione”.
Tag: Agente Betulla, Alessandro Robecchi, articolo incriminato, carcere, diffamazione, Il Giornale, manifesto, Renato Farina, Sallusti
30 settembre 2012 alle 12:03 |
PERFETTO!!!! proprio il mio pensiero. Peraltro sarebbe opportuno chiarire che a mio avviso il diretto interessato sta facendo basso vittimismo per screditare la Magistratura.
In primo luogo il magistrato non può far altro che applicare la legge (che poi sia una cagata di legge sono d’accordo anche io) e quindi necessariamente condannare Nosferatu!!!!
in secondo luogo il suddetto Nosferatu ha fatto una ulteriore opera di disinformazione paventando “l’apertura delle porte del carcere” senza mettere in evidenza che la pena è sospesa per 30 giorni non per consentirgli di preparare le valigie ma perchè in questo termine il condannato può richiedere l’applicazione di una pena alternativa come ad esempio l’affidamento in prova ai servizi sociali (o ai servizi segreti se fosse stato condannato farina).
Altra cosa rilevante è che, contrariamente a quanto fatto intendere dallo stesso Sallusti, l’affidamento in prova non consiste nè in un percorso di “rieducazione” nè nello svolgimento di lavori socialmente utili ma in un formale (più che sostanziale) controllo da parte dei servizi sociali delle attività svolte dal condannato e del suo percorso di “risocializzazione” durante il periodo della condanna