Conosciuto dalla maggior parte della gente come “il biondino degli 883” o come “quello che balla nel video di Nord Sud Ovest Est”.
Mauro Repetto è praticamente sparito del tutto dalla circolazione dal 1994, anno in cui ha lasciato gli 883. Che fine ha fatto? Dove è finito?
Su di lui – che in realtà oltre ad essere “quello che ballava accanto a Max Pezzali” era anche coautore di tutte le canzoni – sono circolate molte leggende. Ma adesso finalmente possiamo dire con certezza cosa fa e cosa ha fatto in tutti questi anni, quasi 20 ormai.
Il giornalista della Stampa Federico Taddia è riuscito infatti a intervistarlo e farsi spiegare il perché di questa sua totale assenza dalla scena.
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«Non ero più capace di condurre quella macchina, andava troppo veloce e in circuiti troppo difficili: Max mi aveva anche offerto il volante, ma ho avuto l’onestà di riconoscere di non avere abbastanza talento, e ho preferito così uscire di scena». Verrebbe da rispondergli canticchiando «Come mai», ma ti spiazza la sua serenità e il fatto che non c’è neppure un velo di rimpianto nella voce di Mauro Repetto, “il biondino degli 883”, che dopo 18 anni da quando decise di mollare all’apice del successo l’amico e socio Max Pezzali, racconta per la prima volta la sua storia, iniziata in una cantina di Pavia e approdata, per ora, all’ombra della Torre Eiffel.
«Ho preferito tacere in tutto questo tempo perché da quel pomeriggio del 1994 in cui dissi a Max che il giorno dopo sarei partito per Miami, non avevo mai più avuto l’occasione di chiacchierare con lui. Ci eravamo solo sfiorati durante un suo concerto a Milano. Poco prima di Natale invece, quasi per caso, ci siamo incontrati a Parigi, con le nostre famiglie: è stato un momento magico, in un istante ci siamo ritrovati gli amici che eravamo, con la stessa sintonia, la stessa voglia di condividere passioni, lo stesso piacere di confrontarci su quello che ci piace e ci fa stare bene: è bastato uno sguardo per cancellare 18 anni di lontananza e ritrovare il feeling di sempre. Max sapeva che me ne ero andato perché avevo bisogno di riposare, e quando un bambino dorme non lo si disturba: il non cercarmi in tutti questi anni è stata una fortissima forma di rispetto nei miei confronti e gli va tutta la mia gratitudine».
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24 aprile 2012 alle 02:51 |
Grande vale. Proprio un bel post…ora sono molto più sereno.