Anche al Pd piace la Passera

di Kaspar Hauser per L’Irregolare

Un partito dalla cultura liberale e moderatamente liberista in economia, già capace di approvare la deregolamentazione finanziaria (quella che, tra l’altro, ha fatto cadere la distinzione tra banche d’investimento e banche di risparmio permettendo a tutti gli istituti di credito una “finanziarizzazione” che si è tradotta con la vendita di derivati alle vecchine). Un partito nazionalista, con tante bandierine per festeggiare il centocinquantenario dell’unità d’Italia e un bel simbolo tricolore. Un partito che, nel Parlamento Europeo siede nell’Alde (Alleanza dei democratici e liberali d’Europa) e non nel Partito socialista europeo (Pse). Un partito del tutto integrato nell’agone politico nazionale, in cerca di poteri forti (abbiamo una banca?) e connivenze (la legge sul conflitto d’interesse certo non poteva farla la Lega Nord). Un partito devoto (l’uomo in barcavela tentò con ogni mezzo di entrare nell’Ordine Piano) a vocazione francescana. Un partito europeista che, dimentico di Spinelli, carezza i sonni della Bce.

Di chi stiamo parlando? Ma del Partito Democratico, ovvio. Un partito di destra – moderata, per carità – che ancora non ha passato il guado. Ancora tengono i sempre più deboli legami con il sideralmente lontano Pci in cui l’attuale leadership del partito si è formata. Ma quando anche quelli saranno spezzati dai “giovani del Pd” ecco che la palingenesi sarà compiuta.

L’Italia avrà così un partito di destra conservatore (un’evoluzione dell’evoluzione del Msi/An/Fli), un partito di destra populista (un’evoluzione del berlusconismo e del leghismo), un partito di destra progressista (l’evoluzione del Pd), un centro cattolico conservatore e a sinistra un partito socialista (evoluzione del mondo sindacale, delle cooperative e della sinistra post-comunista). Un modello polacco, per chi ne mastica. Intendiamoci, destra e sinistra vengono qui usati nella loro accezione novecentesca, l’unica che abbia ancora un senso. Oggi, in Italia come altrove, destra e sinistra non sono più categorie strettamente applicabili. Ma questo è un altro discorso. E, intendiamoci, chi scrive no ritiene che un partito di destra progressista sia un male – in Polonia funziona daddio.

Se del doman non v’è certezza, ecco che il Partito Democratico è già oggi un partito di destra. Se ne é accorto De Benedetti, il patron del Gruppo Cir, che dalle colonne de L’Espresso e La Repubblica – giornali tradizionalmente considerati vicino al Pd – ha combattuto per vent’anni l’acerrimo rivale Berlusconi. Proprio oggi De Benedetti, in un’intervista al Corriere della Sera, suona il requiem del Pd. E lo suona mentre ancora il feretro del berlusconismo attraversa le vie e le piazze del bel Paese. Non a caso.

E gli elettori? Qualcuno se n’é già accorto ma gli va bene così (in molti, dopo il ’68, sono diventati velisti); qualcun’altro vede Enrico Letta cercando nell’arco sopraccigliare, nella curva delle unghie, nella montatura degli occhiali, una qualche consolatoria somiglianza con Enrico Berlinguer; altri infine passeranno il guado convinti che un amministratore delegato come Passera sia in fondo un nipotino di Lenin. Il miglior ministro possibile verso il sol dell’avvenire.

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6 Risposte to “Anche al Pd piace la Passera”

  1. Gaetano Veninata Says:

    “nel Parlamento Europeo siede nell’Alde (Alleanza dei democratici e liberali d’Europa) e non nel Partito socialista europeo (Pse)”: caro Kaspar, il Pd siede non nell’Alde (dove sta il forse a te più simpatico Idv), ma nell’Asde (Pse+Pd), creato appositamente per i democratici italiani (o meglio: per far digerire la scelta agli ex Popolari). Il Pse non esiste più, tecnicamente.

  2. Gaetano Veninata Says:

    Mi correggo, esiste ancora. Non cambia la sostanza:

    Per integrare l’italiano Partito Democratico, il cipriota Partito Democratico e il lettone Partito dell’Armonia Nazionale, il PSE crea nel 2009 il gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo, con 184 deputati.

  3. moni Says:

    Bravo fratello. Mi piace quando tendi a precisare!

  4. Redazione Says:

    Gent. Gaetano

    grazie davvero per la precisazione che avvalora, in verità, la tesi polemicamente sostenuta. Pur di non sedere con lo Pse, ma non sapendo dove stare, hanno creato un sottogruppo parlamentare apposito con i prestigiosi rappresentanti lettoni e ciprioti. Mi pare comunque che dell’Alde abbia fatto parte. Mentre devo correggerti sull’Idv, che fa parte dell’Eldr. Lo so per certo, ne sono iscritto. All’Eldr, non all’Idv…

    • Gaetano Veninata Says:

      Esimio Kaspar,

      mi scuso per l’errore e ribadisco: la differenza tra Alde e Asde c’è e non è poca. Mi limito a segnalare il surrealismo dei gruppi al parlamento europeo: che l’Idv stia con i Radicali (attualmente senza eurodeputati) è una pura bestemmia politica. Lei è anche eurodeputato?

  5. . Says:

    fantastico il titolo !!

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