L’altro giorno ho finito di leggere il romanzo “Un calcio in bocca fa miracoli” di Marco Presta, l’autore e conduttore della famosa trasmissione di Radio2 “Il ruggito del coniglio”.
Un libro davvero godibile, che si fa leggere in poche ore. Il protagonista è un vecchio di 75 anni, rude, scorbutico, che non sopporta nessuno e si diverte nello sconvolgere le persone con frasi e atteggiamenti bizzarri. Ha una ex moglie che lo odia, una figlia con cui non ha mai avuto grossi rapporti, e un solo unico amico con cui passa il tempo.
Ironico, tagliente, divertente, ma anche un po’ malinconico: il libro di Presta è consigliato a tutti quelli che pur essendo cinici e irriverenti, non dimenticano di fare la scelta giusta quando serve.
Il vecchiaccio protagonista del romanzo racconta tutta la storia in prima persona. E pagina dopo pagina, è tutto uno snocciolare di massime, aforismi ed esempi di vita. Ne sono tanti, a cominciare forse proprio dal titolo. Non potendo sceglierne solo uno, riporto qui i migliori. E capirete perché vale la pena leggere questo libro.
“Le grandi riforme in questo Paese, vista la situazione, può farle solo la morte”.
“La gente è in grado di cambiare in meglio. Specie dopo che gli hai dato un calcio in bocca”.
“Il matrimonio si contrae, come le malattie”.
“«Sono fatto così» è la giustificazione che tutti usiamo quando, sorpresi a fare una puttanata, vogliamo continuare a farla”.
“Mi sembra che la vita consista nell’abituarsi alle cose che detestiamo, più che nell’inseguire quelle che ci piacciono”.
“L’amore è un materiale deteriorabile, se non lo conservi attenendoti a certe regole poi devi buttare via tutto”.
“Se mostrate a un tale la foto della prima fidanzata, che una cinquantina d’anni prima lo ha tradito anche con dei passanti, state certi che s’intenerirà”.
Ma la migliore è senz’altro questa:
“Il silenzio è la cosa più straordinaria che esista in natura, lo si può interpretare in chiave filosofica e artistica ma alla fine è costituito semplicemente dall’assenza di rompicoglioni nelle vicinanze”.
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3 novembre 2011 alle 19:41 |
L’ultima massima te la rubo…!