Con questo post, apro una nuova rubrica dal titolo “Torino adventures“, su quello che mi succede di particolare in giro nella città sabauda.
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La puntata di oggi si chiama: “Evoluzione tossica”.
Un paio di mesi fa stavo andando a casa di un amico, che abita a poche centinaia di metri da me. Mi ferma un ragazzo, dall’aspetto assolutamente comune. Sembrava andasse di corsa, aveva anche un po’ di fiatone. Mi ferma e mi fa:
“Scusami, sei italiano?”
Io rimango un po’ basito dalla domanda e faccio: “Sì, dimmi”, pensando che magari avesse bisogno di qualche indicazione.
Il tipo invece mi risponde: “Guarda, scusami anche la figura di merda. Stavo a prendere un aperitivo qui vicino, con un amico, avevo poggiato la giacca accanto a me, mi sono girato un attimo e poi mi sono accorto che mi avevano rubato la giacca con tutto dentro. Ti prego, guarda, non sono uno di quelli che chiedi i soldi in giro. E’ che io sono di Ivrea, devo prendere il treno per tornare lì e ho bisogno di cinque euro per tornare a casa”.
“L’hai detto!”, penso come prima cosa. Poi gli rispondo: “No, guarda, non li ho. Sono uscito senza portafoglio”.
Lui insiste, è davvero disperato. “Ti prego – continua – sono una persona normale. Tu la conosci Ivrea?”
“No”.
“Oddio, guarda io ho una pasticceria famosa in centro, non è che non ho i soldi. E’ che mi hanno rubato tutto, non posso tornare a casa sennò. Ti prego, poi te li restituisco, ti faccio un bonifico!“, mi dice.
Io rimango un po’ così, quasi mi ha convinto. “Poveretto“, penso. “Va a finire che a questo gli hanno rubato davvero tutto e mo’ sta nella merda”. Però, siccome sono un tirchio e in tasca avevo davvero solo una banconota dal taglio più piccolo, non potevo dare a lui tutti i miei averi. Quindi non cedo.
Lui insiste, sempre più accorato.
A quel punto, però, mi altero un pochino pure io. Oramai avevo detto che non li avevo, non potevo tornare indietro.
“Guarda non ce li ho! Cosa devo fare? Crearli? Se ho detto che non ce li ho, non ce li ho!”
Il giovane capisce che non è aria, e se ne va.
Tutto questo, come detto, due mesi fa. Arriviamo ai giorni nostri.
Ieri vado a un bancomat vicino casa mia per ritirare dei soldi. Mentre faccio la fila, aspettando che il signore davanti a me finisca il suo turno, si avvicina un ragazzo.
“Scusami, sei italiano?”
Io mi giro e lo guardo in faccia. Mi tolgo le cuffiette dalle orecchie e gli dico: “Ma certo!”
(Due mesi fa avevo i capelli lunghi, ricordatevi questo)
E lui inzia: “Oddio, scusa la figura di merda, ma mi è successa una cosa assurda. Stavo qui a prendere l’apertivo al Quadrilatero [zona fighetta a ridosso del mio quartiere, ndr] e senza che me ne accorgessi mi hanno rubato il portafoglio. Io non sono di qui…”
A quel punto, siccome ho già un sorrisetto in faccia e non ho voglia di stare a perdere troppo tempo, gli dico: “Guarda, mi hai detto la stessa cosa due mesi fa…”
A quel punto lui, per nulla imbarazzato, si allontana dicendo: “Eh, ma infatti, mi sembrava di averti riconosciuto. Solo che volevo aspettare che me lo dicessi tu. Vabbè, ciao”.
Come a dire: “Scusa, ci dovevo provare!”
Morale della favola: ogni regione ha la sua Giulianova.
23 giugno 2011 alle 10:43 |
Un genio questo….
23 giugno 2011 alle 11:43 |
..scusa ma veramente sei itaGliano?..ajaja
23 giugno 2011 alle 14:54 |
la seconda volta dovevi darglieli però sti caz..di 5 euro!
23 giugno 2011 alle 17:13 |
L’hai detto!
21 marzo 2012 alle 03:32 |
[…] deve andare a Milano e gli servono due euro per il biglietto. Immediatamente a me vengono in mente i soliti tossici accattoni che ti sparano ogni tipo di scusa pur di spillarti qualche euro e quasi senza pensarci gli rispondo di no, che non ho […]