Giovanardi, sottosegretario del Governo, afferma che le fosse comuni libiche viste e riviste in televisione sono in realtà una bufala. E scoppia la polemica politica.
«Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala». E le foto pubblicate dai quotidiani rappresentano «un normale cimitero libico, con tombe prescavate in cemento». Le frasi del sottosegretario Carlo Giovanardi sollevano un putiferio e moltiplicano lo scontro tra maggioranza e opposizione. Giovanardi è l’unico, nel governo, a sostenere la tesi che le fosse comuni in Libia sono dei falsi. [Il Sole 24 Ore]
Si scopre poi invece che le fosse comuni sono davvero dei falsi, come spiega bene Debora Billi del blog Petrolio.
Come si sospettava, non si tratta di una distesa di fosse comuni ma di un cimitero già esistente a Tripoli. Si chiama Sidi Hamed Cemetery, e si trova vicino al mare (qui la verifica col satellite Google Maps). Nel video, si vedono aggiungere due file per le vittime di questi ultimi giorni; ma tutte le tombe che si vedono intorno sono tombe che esistevano già. Insomma, niente fosse comuni d’emergenza. Ricordatevelo stasera, quando le vedrete al telegiornale.
Gianluca Freda aggiunge ulteriori particolari alla vicenda.
Le immagini provengono dal sito OneDayOnEarth.org, aperto nell’ottobre 2010 da due studenti di Los Angeles di nome Kyle Ruddick e Brandon Litman. E’ una sorta di “social network” delle immagini video, finanziato da una sessantina di ONG, nonché dal Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite. Una provenienza a dir poco sospetta, come sospetto è il tempismo con cui il sito è stato messo online poco prima dell’inizio delle rivolte nordafricane.
Si ringrazia il Centro Studi Federici per la segnalazione
Tag: bufala, centro studi federici, Debora Billi, fosse comuni, Gianluca Freda, Giovanardi, Libia, Tripoli
4 marzo 2011 alle 19:07 |
questa volta devo dire che, contrariamente alla mia tendenza controcorrente, ritengo che sia un errore sottovalutare o smunire quello che succede in libia, anche e soprattutto perchè ce li abbiamo nel culo!!!!
d’altro canto temo che una buona attività di esportazione di democrazia in libia possa farne per l’europa il più pericoloso campo terroristico !!!