Parafrasi caputiana

Sergio caputo è uno dei miei artisti preferiti.

(Cantante sarebbe riduttivo e anche cantautore non renderebbe bene l’idea)

Questa che sto per proporre è la sua prima canzone di successo. E’ una canzone spettacolare. Musicalmente eccezionale, stra-innovativa per l’epoca (siamo nel 1983: dominava la disco anni ’80, il rock post Van Halen si stava evolvendo in metal, il mondo era pieno di one-hit wonders) e con un testo fantastico.

Perché riproporla proprio adesso?

Perché è attualissima. Ma non nel senso che è una canzone che avrebbe successo anche oggi. No. E’ attuale proprio nel senso che parla di questi giorni. Perché? Seguite la parafrasi.

Ogni verso (ed è una delle cose eccezionali di questa canzone) descrive una sensazione, una immagine, un luogo, un sentimento ben preciso. Sembra di viverla, questa canzone.

Sergio Caputo – Un sabato italiano (in corsivo e tra parentesi la mia analisi)

Il fetido cortile ricomincia a miagolare
(area suburbana, i gatti sono in calore in questo periodo e fanno sentire la loro presenza)
L’umore quello tipico del sabato invernale
(emozioni contrastanti)
La radio mi pugnala con il festival dei fiori
(c’è Sanremo che ci tormenta…)
Un’angelo al citofono mi dice vieni fuori
(non avremmo voglia di uscire, ma siamo sempre deboli di fronte al richiamo di una bella ragazza)

Giù in strada per fortuna sono ancora tutti vivi
(la vita continua a scorrere normalmente al di fuori del nostro cervello)
L’oroscopo pronostica sviluppi decisivi
(le solite minchiate)
Guidiamo allegramente è quasi l’ora delle streghe
(si avvicina mezzanotte)
C’è un’aria formidabile le stelle sono accese
(è una bella serata sgombra da nuvole)

E sembra un sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

Così ci avventuriamo nella Roma felliniana
(la magia della capitale…)
Equilibristi in bilico sul fine settimana
(i soliti avventori del sabato sera)
E sulle immagini di sempre nei discorsi e nei pensieri
(e alla fine si parla sempre delle stesse cose, no?)
Dilaga anacronistica la musica di ieri
(e si ascolta la musica che ci piace, non le schifezze di adesso)

Malinconia latente nei momenti più felici
(ma in fondo c’è sempre qualcosa che non va)
Abissi imperscrutabili le donne degli amici
(“molto carina quella tua amica..”)
E questa storia imprevedibile d’amore e dinamite
Mi rende tollerabile perfino la gastrite
(le donne… ci fanno dimenticare persino persino i nostri problemini!)

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è un dirigibile che ci porta via lontano

e adesso navighiamo dentro un sogno planetario
il whisky mi ritorna su, divento letterario
(logorrea alcolica)
“perché non vai dal medico?”
“e che ci vado a fare!
non voglio mica smettere di bere e di fumare”
(ma alla fine, ci va tutto bene così com’è!)

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte un dirigibile che ci porta via lontano

E in questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato
La notte è la variabile che ci porta via per mano

E questo sabato qualunque un sabato italiano
Il peggio sembra essere passato…

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E insomma: BUON WEEK END!

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5 Risposte to “Parafrasi caputiana”

  1. irregolare Says:

    GIusto per essere chiari: censurerò ogni commento che sia meno che entusiastico.

  2. p.d Says:

    FANTASTICO ma io te lo auguro con questo il buon fine settimana http://www.youtube.com/watch?v=Tqxa47oONQA

  3. Andrea Says:

    Bravo Valerio. Sono proprio d’accordo con te. Viva Caputo e viva Te! Sei il mio idolo.

  4. Andrea Says:

    Sergio Caputo è il mio dio.

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