L’Anello – parte 2

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Il magistrato di Milano Guido Salvini dice la sua sull’Anello, quest’associazione segreta interna ai servizi che, secondo Licio Gelli, vedeva Andreotti al vertice.

“La P2, Gladio e le altre organizzazioni in attività si possono considerare come cerchi concentrici o foglie di carciofo le quali, pur avendo ciascuna un proprio ruolo, hanno comunque dei punti di collegamento”.

Ecco l’intervista completa.

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«Vi spiego cos’è l’Anello di Gelli»

di Alessandro Calvi

Guido Salvini. Spiega il magistrato che la struttura parallela, e segreta, di cui ha parlato il capo della P2, attribuendone la guida ad Andreotti, era «politica» e serviva per operazioni con mezzi illeciti in chiave anticomunista.

È forse la struttura riservata della quale si conosce meno. Si tratta del Noto Servizio, conosciuto anche come Anello della Repubblica, una sorta di servizio segreto parallelo della cui esistenza si venne a conoscenza quando Aldo Giannuli, su incarico del giudice Guido Salvini che indagava sulla strage di piazza Fontana, e della procura di Brescia al lavoro sulla bomba di piazza della Loggia, scovò alcuni documenti nell’archivio di via Appia del Viminale nel quale si faceva riferimento a questa entità. Dopo di allora, un libro di Stefania Limiti e poco altro. Ora, all’improvviso e in un momento di grave crisi della politica, se ne torna a parlare. Lo ha fatto Licio Gelli, parlando di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi.

Già, Licio Gelli, il quale con una intervista pubblicata da Oggi, nella quale è piuttosto duro con Berlusconi, conferma l’esistenza dell’Anello e lo lega a Giulio Andreotti. «Io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello». Non può sfuggire, però, una circostanza del tutto inconsueta per chi ha fatto della riservatezza una ragione di vita, ovvero che quella ad Oggi è la seconda intervista che il Venerabile rilascia nell’arco di un paio di settimane. Il 28 gennaio scorso, infatti, sul quotidiano il Tempo compariva un’altra intervista a Gelli. Al centro, sempre la figura di Berlusconi e ancora giudizi poco lusinghieri sull’attuale premier. E c’è una frase – «Se è vero ciò che gli viene attribuito (e credo che almeno in parte sia vero), allora sì: non avrebbe dovuto farlo, o, quantomeno, avrebbe dovuto utilizzare sistemi più riservati» – la quale, messa in relazione con la rivelazione sull’Anello e sul ruolo di Andreotti, sembra assumere un tono di rimprovero. «Se Licio Gelli intende davvero parlare dell’Anello – nota Salvini – lo può fare da posizione davvero privilegiata».

Giudice Salvini, cosa intende dire?

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Una Risposta to “L’Anello – parte 2”

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