Dopo aver letto e apprezzato il libro, sono andato a vedere al cinema La versione di Barney. Un bel film, ma niente a che vedere con il libro, come accade spesso per le trasposizioni cinematografiche di successi letterari.
Per carità, rimane un bel film. La grandissima interpretazione del protagonista Barney Panofsky varrà sicuramente a Paul Giamatti quantomeno la candidatura all’oscar come migliore protagonista. Dustin Hoffman è perfetto nella parte del padre di Barney e la trama è complessivamente sviluppata bene.
Tuttavia, per chi ha letto il libro, paiono onestamente esagerati i peana di lodi in cui si sono sperticati i giornali italiani.
Cambiano alcuni particolari fondamentali. Viene eliminato un figlio. E ci può stare. Parigi diventa Roma. E ci può stare anche questo. Quello che non ci può stare però è l’eliminazione della prima persona narrante. Nel libro è Barney che racconta la sua versione dei fatti. Se eliminiamo questo fatto, si elimina di fatto la “versione”.
Inoltre il finale è drasticamente diverso dall’originale. E qui sì che ha vinto il politicamente corretto, purtroppo.
Conclusione: se non avete letto il libro, andatevi a vedere quello che è comunque un bel film. Se avete letto il libro di Mordechai Richler (a cui è dedicata la pellicola), andatelo a vedere lo stesso se volete. Consci però del fatto che non ne rimarrete entusiasti.
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25 gennaio 2011 alle 00:07 |
“Ma ho anch’io i miei principi. Non ho mai venduto armi, droga o cibi dietetici.”
— (Barney Panofsky – La versione di Barney)