Gaza, Israele, Libano

Pare ci siano notevoli giacimenti di gas non sfruttato nel Mediterraneo, al largo delle coste mediorientali. E Israele non se li vuole far certamente scappare.

Solo che, piccolo particolare, i giacimenti si troverebbero non solo al largo delle coste israeliane, ma si estenderebbero anche nelle zone territoriali di Gaza (quindi proprietà del – finora inesistente – stato palestinese) e del Libano.

Quindi? Israele si ferma? Assolutamente no. Innanzitutto impedisce ai palestinesi di sfruttare l’enorme ricchezza che si ritrovano sotto i piedi. Infatti l’Autorità palestinese avrebbe già affidato lo sfruttamento dei pozzi a un consorzio di società di cui ha una quota del 10%.

I due pozzi però non possono entrare in funzione, in quanto il governo israeliano ha respinto tutte le proposte, presentate dall’Autorità palestinese e dal consorzio, di esportare il gas in Israele ed Egitto.

Anche il Libano però vuole sfruttare i giacimenti del suo territorio che lo renderebbero autosufficiente energiticamente. Ma ancora una volta Israele si oppone: afferma che il gas è suo ed è pronto a difendere i pozzi con la forza. Il Libano dal canto suo protesta con l’Onu.

Il problema è che la questione delle acque territoriali in quella zona non è stata mai completamente risolta. E i confini quindi rimangono tuttora dubbi.

Tira nuova aria di guerra fra lo stato ebraico e il Libano? Difficile fare previsioni. Certo è che Israele ha dato prova varie volte ultimamente di non lasciarsi scappare l’occasione per attaccare. Molto dipenderà anche da come interverranno nella questione l’Onu e l’Unione europea.

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