Mi è stato chiesto di spiegare i motivi del mio “NO” a Gianfranco Fini. Farò un discorso generale e non personalistico. Dirò perchè secondo me Fini è un politico che non può in alcun modo, da nessuno, essere stimato.
Fini è stato tutto e il contrario di tutto. Ha detto tutto e il suo contrario. Ha avuto una linea politica e anche quella contraria.
E’ stato a favore della pena di morte (come tutto l’Msi) e adesso non lo è più. E’ stato “Dio, patria, famiglia” e adesso è un laicista. Rivendicava una ferma discendenza dal fascismo, e poi ha parlato di “male assoluto”. E’ stato seguace di Le Pen e amico di Haider, salvo sconfessarli apertamente una volta raggiunto il potere. Era contro l’immigrazione selvaggia (la legge Bossi-Fini) e poi è diventato amico degli immigrati. Ai tempi di mani pulite era un giustizialista. A fine anni ’90 parlava di complotti della magistratura contro Berlusconi. Per poi diventare di nuovo difensore dei magistrati negli ultimi 2000.
Ci si può fidare di una persona del genere? Una persona normale, anche di sinistra, dovrebbe capire che la linea politica di Fini è semplicemente quella dell’opportunismo. E se ci si trova d’accordo con lui, lo si è solo per motivi contingenti. Che venga osannato spesso da persone sinistrorse è indicativo di come la sinistra italiana sia alla frutta. E di come a volte ci si attacchi a tutto in nome dell’antiberlusconismo. E infatti per questo Berlusconi continua a vincere…
“Cari Camerati… il Msi, l’intero Msi rivendica fermissimamente il proprio diritto di esistere e riferirsi al fascismo”. Gianfranco Fini, gennaio 1988.
“Il nemico apprezza il tradimento, ma disprezza il traditore”. Friedrich Schiller.
Tag: Badoglio, Berlusconi, Gianfranco Fini, opportunismo, tradimento
27 agosto 2010 alle 12:35 |
Le tue argomentazioni sono valide, però io vedo in Fini un percorso (vero o presunto lo vedremo in futuro) verso ciò che è definita la destra europea (o meglio, il centro-destra europeo), quella sorta di repubblicanesimo alla maniera francese, di origine gollista, molto attaccato al senso dello stato, alle istituzioni, ma anche attento al cambiamento sociale. Non a caso, come sostengo nel mio blog, negli anni scorsi il legame con Sarkozy era forte (mentre ora Sarkozy – che a tratti sembra un leghista per le sue politiche repressive dure, soprattutto contro gli immigrati – è decisamente più vicino alle posizioni berlusconiane).
è un percorso che è in corso da anni e solo negli ultimi ha portato Fini a contrasti e poi alla rottura con Berlusconi
28 agosto 2010 alle 08:23 |
che la destra debba rinnovarsi sono d’accordo. guardare al passato per il passato è sicuramente tafazzismo. che debba rinnegare le proprie origini e stravolgere i principi che ne hanno fatto la destra mi è incomprensibile… semplicemente non sarebbe più destra. la destra diventa liberale e, di nascosto, liberista. mi fa ridere chi dice che berlusconi è come mussolini… “destra sociale, oh cara!” per utilizzare una inutile quanto perbenista e fastidiosa formula linguistica ma molto di moda.
Su Fini, beh… il suo senso della coerenza è notorio… ricordo come bocciò la nascita del Pdl, annunciata da Berlusconi, salvo poi firmare con patto notarile la distribuzione 70-30% e facendo morire alleanza nazionale (dopo aver fatto morire l’msi nel 95). un bell’esempio di opportunismo.
detto questo ammetto che o preferisco a berlusconi. il leaderismo ignorante e “rincoglionente” del cavaliere è quanto di peggio possa esserci in un Paese normale.
2 settembre 2010 alle 18:04 |
condivido quasi completamente il commento di manlio, non arrivo a dire “lo preferisco a berlusconi” perchè ad entrambi preferisco possente calcio sui maroni (non il ministro). Dopo avere votato sia l’uno sia l’altro il giorno che dovessi essere costretto ascegliere uno dei due sicuramente sceglierò di emigrare
18 settembre 2010 alle 20:19 |
Voler catalogare le scelte di un leader politico sulla base di posizioni sotenute diversi lustri prima mi sembra alquanto riduttivo a comprenderne il reale spessore. In una politica dominata dalla valenza comuncativa e dalle estemporaneità i riferimenti emotivi pesano molto più della presunta continuità ideale con il passato. Oggi Fini offre l’unica alternativa ad un collasso del centrodestra che seguirà l’uscita di Berlusconi dalla politica. Mi sembra ingenuo rinfacciare a Fini di non averlo fatto prima se si considera il contesto nel quale da diversi anni è costretto a muoversi (potere economico-mediatico di B., sistema elettorale, inadeguatezza dei propri quadri di partito).